Delegazione della Regione e del Senato visita gli ospedali dell’Asl Gallura

.

L’Unione Sarda

.

REDAZIONE – Una delegazione della Regione e del Senato ha fatto visita agli ospedali della Asl Gallura.

.
Erano presenti a Tempio Pausania il sindaco Gianni Addis e La Maddalena il primo cittadino Fabio Lai.
.

«Attraverso il confronto con le istituzioni è emersa la possibilità di fare leva sugli interventi a favore delle zone svantaggiate per sensibilizzare i medici a scegliere quest’area come sede di lavoro», sottolinea Marcello Acciaro. «Tempio vive una condizione di sofferenza dettata dalla mancanza di personale, un processo iniziato parecchi anni fa. Ma attraverso provvedimenti legislativi ad hoc di cui si è discusso durante l’incontro, insieme alla volontà della Regione e dell’Università di incrementare le scuole di specializzazione e le immatricolazioni alla facoltà di Medicina, la città può ancora recuperare un ruolo centrale per la sanità in Gallura».

La visita è proseguita al Pronto Soccorso di Olbia nell’Unità Operativa e nella Medicina d’Urgenza. «Hanno trovato una condizione organizzativa degnaaggiunge il Direttore Generale della Asl Gallurae hanno constatato che i percorsi diagnostico-terapeutici indicati con la nuova riorganizzazione aziendale stanno funzionando. Mercoledì mattina, in pieno agosto, mese di massima pressione sulle strutture di emergenza-urgenza di Olbia, c’erano solo quattro pazienti in attesa di essere visti e ben 46 già indirizzati verso i percorsi di accesso. I Direttori di Dipartimento hanno segnalato all’assessore la necessità di potenziare il personale. La nostra Asl ha un deficit da questo punto di vista ed è stata manifestata dalla Regione la volontà di colmarlo, anche in questo caso con provvedimenti legislativi ben definiti. La Gallura ha una specificità di cui si deve tenere conto: i servizi sanitari sono dimensionati per una popolazione di 160mila persone, ma d’estate il bacino d’utenza decuplica e gli accessi nei Pronto Soccorso sono il doppio rispetto alla media. Medici, infermieri e operatori sanitari stanno lavorando sinergicamente, ma abbiamo bisogno di più “soldati”. L’impegno istituzionale in questo senso è un fatto positivo».

.

.

.