Cagliari. Depositata la sentenza che assolve “Franco Del Giudice e il figlio Enzo”. Ora chi paga i danni?
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(Dalla Sentenza, alcune considerazioni…)
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REDAZIONE – È stata depositata la sentenza che assolve da ogni accusa (falso ideologico continuato in atto pubblico, falso commesso da privato, turbata libertà degli incanti, frode in pubblica fornitura, concorso in truffa continuata e attentato alla sicurezza dei trasporti) Franco Del Giudice e il figlio Enzo, titolari rispettivamente della Delcomar Srl e della Delcomar Servizi, perché il fatto non sussiste.
È una sentenza, firmata dalla giudice Ornano, che in punta di penna contesta moltissimi aspetti della vicenda giudiziaria e, in alcune parti, diviene anche imbarazzante per la magistratura e per la Polizia Giudiziaria, ovviamente rappresentata dalla Guardia di Finanza.
Forse alcuni lettori ricorderanno che il 16 marzo del 2021 il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cagliari dispose, su richiesta della Procura di Cagliari, il sequestro di beni a carico delle due società e dei proprietari per un valore pari a 64 milioni di euro, nonché l’attuazione dell’amministrazione giudiziaria delle società, indicando per la retribuzione degli amministratori giudiziari i parametri massimi previsti dalla legge. Dal 2021 al 2023 gli amministratori giudiziari sono costati alla società qualcosa come 1,5 milioni di euro.
Gli utili derivanti dallo svolgimento del servizio (cioè il frutto della presunta truffa), calcolati a bilancio in circa un milione di euro in quattro anni, discendevano e discendono non dalle erogazioni regionali, ma dalla capacità organizzativa dell’azienda. Tant’è, quel giorno di marzo la Guardia di Finanza volteggiò con gli elicotteri sulle navi della Delcomar e i conti correnti delle società vennero bloccati.
I giornali vennero inondati dalla notizia… e i soliti commenti a sproposito inondarono Piazza Rossa
Franco del Giudice venne indagato per un esposto anonimo preso sul serio dalla Guardia di Finanza e dal Pm – (basta poco – a quanto pare – per innescare la macchina giudiziaria…), il quale esposto lo accusava di aver falsificato le carte con le quali, attestando i requisiti delle navi, si era aggiudicato la gara per la continuità territoriale delle isole minori. Oggi quelle accuse si sono rivelate assolutamente inconsistenti, ma la sentenza dimostra che la loro insussistenza poteva essere compresa da subito, senza mettere in moto un’indagine costosa e senza mettere sotto sequestro beni e società.
La Giudice Ornano rileva che l’attività di indagine «veniva svolta dal personale della Guardia di Finanza (…) con l’acquisizione della documentazione di interesse e con l’esame di alcuni funzionari regionali in qualità di persone informate sui fatti; tra queste ultime, tuttavia, non veniva udita la dottoressa Daniela Farina, la quale, in quanto RUP (Responsabile Unica del Procedimento) della procedura e dirigente del servizio continuità territoriale dell’Assessorato ai trasporti della Regione, avrebbe potuto fornire importanti elementi di conoscenza utili a un più completo inquadramento della vicenda, anche con riguardo al suo antefatto, ossia la procedura concorsuale Saremar Spa ed alla vendita dei navigli di quest’ultima».
Dagli atti, emerge che la Guardia di Finanza ha ascoltato tutti tranne la persona più informata sulla gara, cioè il RUP; così la Gdf non sapeva ciò che sapevano tutti, cioè che la Delcomar aveva comprato le navi dalla Regione e che la stessa Regione, e non la Delcomar, aveva fatto certificare le caratteristiche delle navi dalla stessa Regione e dal Registro Navale per essere messe in vendita. Quindi, ne consegue palesemente, la Gdf ha fatto le indagini senza ascoltare la persona informata sui fatti più informata di tutti.
Infatti – alla Giudice Ornano – non manca di dire che in realtà la Guardia di Finanza sapeva bene che le navi della Delcomar erano state acquistate dalla Regione: «A tale cessione, la Guardia di Finanza aveva fatto cenno nelle sue informative, ma la rilevanza di questa vicenda non era stata adeguatamente colta e valorizzata in sede investigativa».
La Gdf, sapeva che la Delcomar aveva acquistato le navi dalla Regione e che la stessa Regione, (e non la Delcomar), ne aveva certificato le caratteristiche; e così la Gdf, non aveva colto il significato di questo passaggio, forse non c’era arrivata; (come se si acquista una macchina da un privato, il libretto di circolazione lo fornisce il venditore e non l’acquirente… troppo difficile, e troppo impervio da valorizzare investigativamente?). Ma magari poteva arrivarci il PM.
Continuando, a un certo punto, la Gdf chiede al PM di essere affiancata da «qualificati consulenti tecnici». I PM ne nomina due, i quali, al termine del loro lavoro, firmano una consulenza estremamente critica rispetto alle navi e alla società Delcomar. Sulla base di questa consulenza, il PM chiese il sequestro dei beni, disposto dal Gip unitamente all’amministrazione giudiziaria della società. Nel corso del processo, però, questa relazione tecnica dei consulenti del PM è crollata proprio sul piano tecnico e la giudice Ornano non manca di rilevare che i due consulenti mancavano di formazione specifica per occuparsi di navigazione: «È emerso che gli stessi non avevano competenza specialistica in materia di ingegneria navale, per essere stato l’uno dipendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo, in quiescenza dal 2012 e l’altra docente universitario presso il Dipartimento di Tecnologie Meccaniche dell’Università di Palermo».
Alcune Domande:
- Ma non è una grave responsabilità affidare un incarico tecnico a persone prive della competenza necessaria per svolgere questo accertamento?
- Come mai il giudice è stato in grado di accertare questa inadeguatezza sulla base dei curricula dei consulenti e invece il Pm no?
- Esempio: Quanto pagherebbe un Dg di una Asl se facesse operare un paziente cardiopatico da un veterinario?
E intanto, sulla base di una consulenza fatta malissimo, come è risultato durante il processo, il Gip ha disposto un sequestro milionario e un’amministrazione giudiziaria onerosissima.
Chi paga ora? …l’innocente.
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