Villasimius. Trovati morti a 100 metri di profondità i 2 sub dispersi, dal robot della Marina Militare

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REDAZIONE – Questa mattina, è stato recuperato e riportato in superficie, uno dei corpi dei due sub dispersi da ieri in un fondale di 100 metri al largo di Villasimius, nella Sardegna sud orientale.

I corpi di Stefano Bianchelli, di 56 anni, e Mario Perniciano, di 60, sono stati trovati questa mattina l’uno accanto all’altro a 20 metri dal relitto del piroscafo San Marco. Per il recupero, secondo quanto di apprende, è stato utilizzato un Robot Rov in grado di arrivare a grandi profondità.

Sono stati avvistati dal robot della Marina Militare a 100 metri di profondità e a circa 20 metri dal relitto del piroscafo San Marco.

La pm Rita Cariello della Procura di Cagliari, che  si sta occupando della vicenda, si è confrontata con la Guardia Costiera che sta coordinando le operazioni e con i vigili del fuoco per  le operazioni di recupero che sono già iniziate. I corpi sono stati individuati a 106 meri di profondità, uno accanto a l’altro.

Uno dei due è stato già riportato in superficie grazie al Robot Rov dei Vigili del Fuoco.

Al momento, le condizioni avverse del mare hanno bloccato il tentativo di recuperare il corpo del secondo sub.

In serata  è previsto un miglioramento del tempo e si rimetterà in funzione il Rov dei vigili del fuoco che può anche recuperare i corpi“, ha sottolineato il comandante della Direzione marittima di Cagliari, il capitano di vascello Giovanni Stella.

Una volta recuperati entrambi i cadaveri, saranno portati a Cagliari e poi trasferiti al Policlinico di Monserrato per i successivi accertamenti disposti dalla Procura.

I due sub dovevano piazzare un segnalatore vicino al relitto della nave San Marco e durante questa operazione si è verificata la tragedia. L’ipotesi più avvalorata è quella di un malore di uno dei due sommozzatori: l’altro nel tentativo di aiutarlo sarebbe rimasto bloccato nel fondale.

Un importante impulso alle indagini per ricostruire la tragedia potrebbe arrivare dall’analisi dei dati dei computer da polso che i due sub indossavano, oltre che dall’autopsia se sarà disposta dal magistrato.

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