Consiglio regionale della Sardegna: Aumentata la mangiatoia dei gruppi
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SL Sardegna e Libertà – “Non avevo dubbi che la Presidenza Comandini avrebbe rapidamente svelato la sua vera natura, tutt’altro che istituzionale e più godereccia o più mangiareccia che dir si voglia.
Una nuova legge per molti soldi ai consiglieri regionali Mercoledì scorso il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la legge regionale 8/2024 che ha un titolo roboante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 2 del 2014 in materia di razionalizzazione della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione e alla legge regionale n. 11 del 2006 in materia di programmazione, bilancio e contabilità della Regione”. Se si fa la fatica di tradurlo, più o meno il titolo funzionerebbe così: “Finanziamento ai Gruppi consiliari”.
Nella Sardegna che ha una sanità allo sfascio (ho provato a prenotare una colonscopia, mi hanno dato come prima data il 2027; intanto ieri ho fatto piccole analisi di controllo a pagamento: 100 euro); nella Sardegna che non ha un’idea robusta da contrapporre all’attività speculativa in atto sulle energie rinnovabili e che ha approvato sul tema una leggina dolosamente pensata per non essere efficace; nella Sardegna dove la Presidente si autocertifica gli esperti e i consulenti (ce n’è uno assessoriale che sta nello stesso assessorato che ne aveva bocciato la competenza come advisor, con decisione corroborata da sentenza del Tar) con tutte le magistrature girate dall’altra parte, dove i partiti sistemano nei gabinetti assessoriali pensionati e lavoratori disaffezionati al lavoro, insomma in una Sardegna che ormai indolentemente subisce tutto, poteva mancare l’incremento greppiale dei soldi e dei privilegi ad opera del Consiglio regionale? Ovviamente no, ed eccolo qua.
Come nascondere le vergogne Per prima cosa, vanno apprezzati i braghettoni legislativi. Chi non ricorda quelli disegnati da Daniele da Volterra per coprire i nudi michelangioleschi del Giudizio Universale della Cappella Sistina? Il Rinascimento vedeva un fallo e diceva ‘”È un fallo”. Il Concilio di Trento diceva: “Sì, è un fallo, ma non si deve vedere”. È iniziata così la storia delle teste di fallo anonimizzate cui oggi capita, persino, di guidare le istituzioni. Basta un braghettone e anche un discendente diretto dell’organo maschile più tonto che ci sia può apparire intelligente.
- Come si fa un braghettone legislativo?
Eccone un esempio proprio dalla legge 8/2014 che stiamo leggendo con valido supporto di antiemetici.
La legge prevede un aumento di stipendio per gli addetti ai gruppi, ma si guarda bene dal chiamarlo col suo nome, e quindi si scrive: “1. Al comma 1 dell’articolo 8 della legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2 (Razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione), sono apportate le seguenti modifiche: a) alla lettera b) il numero “5” è sostituito dal seguente: “6”.
- Questo è un braghettone lussuoso!
Chi potrebbe mai pensare che dietro a una cifra innocente ci siano i maledetti soldi.
Invece è proprio così.
La norma del 2014, che è stata modificata, prevedeva che si riconoscesse ai gruppi una sovvenzione annuale per i costi del personale, calcolata moltiplicando il costo di un dipendente regionale di categoria D posizione economica 5 per il numero dei consiglieri. Adesso si deve moltiplicare il costo di un lavoratore categoria D posizione economica 6 per il numero dei consiglieri regionali. Dal 2021, un D posizione economica 6 costa 3.046, 98 euro al mese; un D posizione economica 5, invece, 2.966,97. Differenze minime, si dirà, ma moltiplicate fanno migliaia di euro l’anno.
Per esempio, il gruppo Pd, composto da 10 consiglieri, andrà a prendere 30. 460 euro mese di contributo per il personale, pari a 304.600 euro l’anno.
Il secondo braghettone è lunghissimo, perché, con riccioli barocchi e volute rococò di riferimento ad altre leggi, inserisce nella legge il comma b bis), il quale, in ultima analisi stanzia 5000 euro mese di contributo a ciascun gruppo per ciascun consigliere per le attività istituzionali. Il Gruppo Pd, composto da dieci consiglieri, andrà a prendere 50.000 € mese di contributo, pari a 600.000 euro l’anno. Un braghettone generoso!
In totale, un gruppo come quello del Pd ha portato a casa un bilancio annuale di circa un milione di euro. Ma questo è nulla, il più sofisticato braghettone è quello prodotto dai commi seguenti.
L’art.2 ha come scopo rendere il capogruppo, e non il Presidente del Consiglio, il datore di lavoro dei fortunati reclutati per lavorare nei Gruppi consiliari. Accadrà così che ci saranno lavoratori che lavoreranno in Consiglio regionale, ma che non sono vigilati, né controllati, dal capo dell’amministrazione del Consiglio regionale, il Presidente. La più alta istituzione rappresentativa della Sardegna, il Consiglio, affida dunque ai Gruppi funzioni simili a quelle affidate alle agenzie interinali nei supermercati. Ma il motivo vero è liberare le mani ai Gruppi e lo si capisce dal fatto che, in primo luogo, si possano applicare, al reclutamento del personale dei gruppi pagato con soldi pubblici, tutte le forme contrattuali previste dall’ordinamento, fuorché, evidentemente, quelle del reclutamento per concorso pubblico. Perché? Perché i Gruppi, benché articolazioni istituzionali, benché finanziati con soldi pubblici, reclutano come privati e si scelgono chi vogliono, perché non reclutano per l’Amministrazione pubblica, ma per sé (capito il braghettone?). Ma poi c’è il braghettone più fallifero che ci sia: “7 sexies. Il personale assegnato al gruppo consiliare può svolgere la propria attività anche attraverso prestazioni di lavoro in modalità agile, nel rispetto della normativa vigente e, per il personale in comando, in base alla disciplina prevista dall’amministrazione di appartenenza.”
Il lavoro agile è una cosa seria, invece qui serve a consentire che addetti dei Gruppi possano stare nei luoghi di residenza a fare i segretari particolari locali dei Consiglieri regionali. Ci ritroveremo in giro per i collegi elettorali degli sbrigafaccende impettiti e incravattati, pagati fino a 3000 euro lordi. Ricordo che un ricercatore universitario di prima nomina si avvicina ai 2000 euro.
La maggioranza dei magnaccioni – Cosa significa questa legge?
Significa che in Consiglio è attiva la maggioranza trasversale occulta che si è insediata nel corso della scorsa legislatura e che ha rodato un metodo ritenuto infallibile: coprire i fattacci di ciascuno con la forza delle leggi, in modo da non essere arrestati.
- Ti serve sistemare uno?
Prevediamo una legge che consenta a ciascun consigliere di sistemare il proprio.
- Ti serve finanziare una squadra di calcio?
Facciamo una legge che finanzia quelle legate a ciascun consigliere.
- Ti serve far acquistare una casa?
Facciamo una legge che finanzia, una per una, le case che interessano ogni consigliere.
Questo accade grazie a una magistratura che non capisce più nulla di Pubblica Amministrazione, grazie a giornali ormai troppo dipendenti dai finanziamenti pubblici e piegati al più esplicito dei conflitti d’interesse, grazie a un’opinione pubblica rassegnata, grazie a partiti ridotti allo spirito tribale della remunerazione dei fedeli.
Noi rimaniamo tra quelli liberi di dire che queste azioni fanno schifo…”
Paolo Maninchedda
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