Arcipelago di La Maddalena. Isole da sogno ma servono più rispetto e tutela

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REDAZIONE – Punta nera “pulita” è quasi un ossimoro, perché basta spostare lo sguardo di qualche metro per scorgere sulla spiaggia un insulto alla natura. Siamo a La Maddalena, la perla dell’Arcipelago, una bomboniera incastonata in un paradiso nel mare nostrum. Il sacchetto selvaggio e la mancanza di civiltà colpisce tutti ad ogni latitudine ma in Sardegna è ormai diventato uno stile, un’appendice alla vacanza o un modo per sviare il pagamento della Tari.

Da nord a sud, soprattutto nei mesi estivi, lungo le cunette delle principali arterie dell’isola, non è difficile trovare buste della spazzatura o rifiuti vari che poi rimangono lì in bella vista per un tempo indefinito. A La Maddalena stride ancora di più, perché il paesaggio è mozzafiato. Spargi, Budelli, Santa Maria…poi più in la Corsica dall’altra parte Santo Stefano e Caprera. Acqua smeraldina, spiagge rosa, insenature e scorci incorniciano un’isola da sogno. Nelle piazzole di sosta lungo il pendio il panorama è straordinario e i turisti apprezzano, rapiti da tanta bellezza. Sono loro gli unici responsabili dello sfregio? Quelli che si muovono in camper o in macchina o in moto? Quelli che usano la bicicletta? O i maleducati sono tutti, tanti, troppi che nel buio della notte di un cielo stellato, incuranti della bellezza che li circonda, si sbarazzano della spazzatura per pigrizia o per inciviltà.

I Comuni spesso subiscono, non hanno le risorse o sono distratti. Una macchina da rottamare all’ingresso del Teatro Fortezza “Il Colmi”, dove si organizzano spettacoli all’aperto, non è il miglior biglietto da visita. Come non lo è un cantiere edile che sembra abbandonato lungo il costone di fronte a Spargi. La natura, talvolta, corre in aiuto. Rende meno evidenti gli sfregi. Nasconde tanto. Le piante di corbezzolo, lentischio…i fichi d’india fanno quasi da barriera, ma non basta.

La Maddalena merita rispetto. Ogni estate il suo mare è invaso da centinaia di imbarcazioni, mega yacht che solcano le Bocche di Bonifacio. I barconi fanno il giro delle isola, trasportando migliaia di visitatori. Le spiagge bellissime (Cala Granara, Cala Soraya, Cala Corsara) non sono attrezzate (mancano servizi igienici) e le barche scaricano a mare. Il Parco dovrebbe pretendere da Ministero e Regione maggiore attenzione e progetti per una tutela integrale “allargata”. La proposta di qualche imprenditore illuminato prevede il posizionamento a mare di depositi per i liquami in più punti dell’Arcipelago, magari segnalati da bandiere. Idea interessante, vedremo se sarà accolta e realizzata entro la prossima stagione estiva.

Il resto dipende da noi, dalla nostra sensibilità, educazione. Da quello che abbiamo imparato dai nostri genitori e trasmesso ai nostri figli. E poi c’è il tema del rilancio de La Maddalena, con il recupero dell’ex Arsenale. Un progetto fermo da anni (le risorse sono nelle casse della Regione) mentre le infrastrutture rimaste sono sferzate dal vento che da queste parti picchia duro. Ma questa è un’altra storia. 

Simona De Francisci – L’Unione Sarda

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