Docente aggredita da 30 genitori: “accuse inventate su social e chat”
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REDAZIONE – Accuse inventate su presunte violenze sessuali ai danni dei giovani alunni, che secondo gli accertamenti svolti finora dai carabinieri non hanno alcun fondamento.
La notizia è resa nota dalla Stampa Nazionale.
Questo il motivo alla base della brutale aggressione avvenuta nei giorni scorsi ai danni di una docente di sostegno della scuola media di Scanzano, a Castellammare di Stabia (Napoli), perpetrata da una trentina di genitori che hanno fatto irruzione nell’istituto durante le ore di lezione.
Insulti, schiaffi, spintoni e pugni, la docente ha riportato un trauma cranico, il padre intervenuto per difenderla si è fratturato il polso.
E su tutta la vicenda prosegue il lavoro dei carabinieri. Dall’esame dei telefoni cellulari della docente e di alcuni alunni non sono emersi elementi a sostegno delle accuse, che alcune mamme confermano invece sui social. Nessuna traccia di video compromettenti, ipotesi di cui alcuni genitori avevano parlato agli investigatori. All’attenzione di chi indaga c’è poi il clima di avversione cresciuto negli ultimi giorni intorno all’insegnante di sostegno, che aveva scoperto un ragazzino a fumare nei bagni provocando un provvedimento di sospensione nei suoi confronti. La docente aveva subito ad agosto l’hackeraggio dei profili social, e ricevuto negli ultimi giorni minacce di morte via chat.
Naturalmente si indaga anche sull’aggressione ai danni della donna: nei prossimi giorni dovrebbero essere identificati i partecipanti al raid per accertare le singole responsabilità.
Oggi, lunedì 18 novembre, riapertura blindata per la scuola. All’ingresso ci sarà una gazzella dei carabinieri in occasione della ripresa delle lezioni, richiesta dalla stessa preside Donatella Ambrosio, visto il clima di forte tensione. La docente aggredita, a casa dopo il trauma cranico riportato, non sarà ovviamente in servizio. Ma le famiglie che la contestano, dando credito alle voci su presunte molestie sessuali ai danni di alcuni alunni, insistono nel chiedere il suo allontanamento e minacciano di far disertare le lezioni ai propri figli.
La preside in queste ore ha nuovamente esortato alla calma: «Io non difendo né accuso nessuno, ci sono indagini che faranno chiarezza. Ma condanno fermamente la violenza, che a scuola non deve entrare mai». Analogo l’appello di don Catello Imperato, parroco di Scanzano, all’omelia della messa domenicale: «Basta con la rabbia e la violenza, serve un tempo di pace e di misericordia», dice, condannando «la giustizia fai da te». «Chiediamo perdono – sottolinea – quando abbiamo agito in questo modo. Chiediamoci se la fretta di agire sui social non sia dettata dalla paura dell’altro, mentre l’attesa avrebbe portato a una giustizia più vera».
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