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Venerdì Santo. “La passione di Cristo”

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Il Venerdì Santo – così come narrato dai Vangeli – è il venerdì che precede la Pasqua Cristiana.

In questo giorno i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù Cristo. Questa ricorrenza viene osservata con speciali riti anche dai fedeli di molte confessioni cristiane.

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Nel cuore della notte, dopo l’Ultima Cena, Gesù si ritirò con i suoi discepoli nel Giardino del Getsemani. Qui, immerso nell’angoscia, si rivolse al Padre in preghiera: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu».

Poco dopo, giunse Giuda con un gruppo armato inviato dai sommi sacerdoti. Il tradimento avvenne con un bacio: «Ora il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo”. S

ubito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbi!” e lo baciò»

Gesù rispose:

«Amico, per questo sei qui?»…

«Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?».

Gesù fu arrestato e condotto davanti al sinedrio, dove fu accusato di bestemmia. Poi venne portato da Ponzio Pilato. Pur non trovando in lui nessuna colpa, Pilato lo fece flagellare. I soldati lo derisero, lo vestirono di porpora e gli misero in capo una corona di spine; alla fine, Pilato cedette: «Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso»

Gesù fu costretto a portare la sua croce fino al Golgota. Durante il tragitto, incontrò Simone di Cirene, che fu costretto a portarla al suo posto. Giunto al luogo della crocifissione, lo inchiodarono alla croce tra due malfattori. Le sue parole risuonarono potenti anche nell’agonia:

«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».

Uno dei due crocifissi accanto a lui lo riconobbe come innocente e gli chiese di ricordarsi di lui. Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»…

Quando fu l’ora nona, Gesù gridò a gran voce:

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»

Poi, con un ultimo respiro, esclamò: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».

E morì.

Il velo del tempio si squarciò in due, la terra tremò… e il centurione romano, vedendo tutto ciò, esclamò:

«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!»

Giuseppe di Arimatea chiese il corpo a Pilato e lo depose in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia, avvolgendolo in un lenzuolo pulito…

(Alberto Tinteri)

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