SEGNALAZIONI ED OPINIONI

Mita Resort: riprendetevi l’Arsenale di Moneta

La Regione: non adesso

arsenale notte

Il Comune di La Maddalena? …non sa che pesci prendere 

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donato_rossi_mitaLA MADDALENA – Quale miglior occasione per far ripartire la nostra economia?… Ma l’Amministrazione Comiti non coglie la palla al balzo… dorme?… – Botta e risposta Mita-Regione sul porto arsenale, il complesso della mancata riconversione turistica. Poco prima di Natale nell’arcipelago c’è stato un incontro davanti a un notaio sulla scia del lodo per le opere post G8. «Riprendetevi l’intero complesso, per noi il contratto è risolto, ce ne andiamo subito secondo quanto stabilito dal collegio arbitrale», ha spiegato in sostanza Donato Rossi, dirigente della società dell’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che aveva ottenuto la gestione del polo destinato alla nautica sino al 2050.

«Lo faremo, ma non ora», ha replicato per conto dell’amministrazione sarda Giovanni Carta, come responsabile della direzione per le Finanze e gli enti locali. «Intanto bisognerà prima attendere l’appello preannunciato dalla Protezione civile – ha spiegato – Poi restano in ogni caso da definire con esattezza le parti di nostra competenza rispetto a quelle di proprietà del Demanio statale». Assenti al vertice, invece, i delegati della presidenza del consiglio dei ministri, condannata dagli arbitri a pagare 36 milioni a Mita per una serie d’inadempienze: incompiute sulle bonifiche a mare e altre omissioni seguite allo scandalo che ha coinvolto la vecchia Protezione civile guidata da Bertolaso.

Va precisato che in questo caso Giovanni Carta non ha certamente agito come commissario della Provincia Gallura, incarico istituzionale che lo vede impegnato da mesi. La sua veste alla riunione è stata semplicemente quella di dirigente regionale che per il settore ha sempre seguito le complicate questioni nate dopo le accuse alla Cricca della Ferratella (dalla sede ministeriale dove secondo la Procura si sono svolti i traffici tesi a favorire alla Maddalena il costruttore romano Diego Anemone).

«Ho partecipato su incarico della presidenza della giunta dopo la diffida-ingiunzione che Mita ha inoltrato alla Regione – ha tenuto a chiarire Carta – E vorrei dire che abbiamo rifiutato la presa in consegna della struttura sia perché non c’è l’esecutività della decisione sul lodo sia perché il tratto inquinato davanti al Main Conference non ci appartiene, così come i moli e lo stesso Centro per le conferenze». Da precisare, infine, che a suo tempo il Demanio aveva sollevato obiezioni e rilevato difetti nell’attuazione delle opere che in teoria avrebbero dovuto rilanciare la vocazione della Maddalena verso l’industria delle vacanze.

Al centro delle polemiche, l’area di 155mila metri quadrati a Moneta. Non solo il risanamento a mare non era mai stato completato. Come aveva in seguito accertato la Procura di Tempio, le operazioni compiute dalla Cricca accusata di aver creato “il sistema gelatinoso per gli appalti truccati” avevano sparso pericolosissimi veleni come idrocarburi, arsenico e mercurio in una superficie ancora più vasta. Tanto che la magistratura si era vista costretta a raccomandare di eseguire il completamento delle bonifiche estendendole a una specchio d’acqua di almeno 12 ettari dagli iniziali 6. Nel frattempo, a Moneta, le costruzioni appena realizzate, prive di manutenzione e in disuso, avevano cominciato a cadere a pezzi. E oggi la situazione è solo peggiorata.