Norman Atlantic: 7 i morti
“Il lavoro della Marina, della Guardia Costiera, dell’Aeronatica Militare, della Protezione civile e di tutti è stato impressionante”.
Ma c’è polemica sui soccorsi. Di fronte alle coste pugliesi, dove si trova la Norman Atlantic, raffiche fino 60-70 km/orari, con onde di 3-4 metri
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ROMA – Sono sette i corpi trovati in mare nelle operazioni di salvataggio della Norman Atlantic, sei uomini e una donna che hanno perso la vittima nell’incendio sul traghetto Norman Atlantic partito dalla Grecia e diretto ad Ancona con 478 persone a bordo, e andato in fiamme alle 4.30 di domenica mattina. Durante la conferenza stampa di fine anno il premier Matteo Renzi, e la Marina Militare ne avevano confermati cinque. Altre due vittime sono state trovate qualche ora dopo. Tutti i passeggeri sono stati evacuati.
L’ultimo a lasciare la nave è stato il comandante Argilio Giacomazzi “che, come fanno i comandanti seri” ha completato le operazioni con quattro persone della Marina militare. “Stanno ancora tentando di agganciare la nave a un rimorchiatore” ha aggiunto Renzi, “spetta al comandante dichiarare che non ci sia nessuno. Il lavoro della marina, della protezione civile e di tutti è stato davvero impressionante. Esprimo la Sono racconti di un inferno. “Ho visto quattro persone morte, con i miei occhi, sono sicurissimo, erano davanti a me”, ha detto ai giornalisti un uomo di nazionalità turca. “E’ stato spaventoso, sembrava il Titanic”. Così i primi sopravvissuti hanno raccontato i momenti a bordo della Norman Atlantic. “Ho visto morire mio marito”, ha raccontato Teodora Douli, 56 anni, greca, moglie del 67enne morto dopo l’incendio divampato a bordo, Georgios Douli. Ma il figlio della vittima, Labros Doulis, accompagnato all’obitorio dell’ospedale Perrino, non ha riconosciuto la salma. Per lui si è ora riaccesa la speranza che il padre sia ancora vivo e si trovi tra le persone soccorse. La seconda salma recuperata, ancora non identificata, è arrivata a Brindisi per essere portata all’ospedale Perrino, mia gratitudine e la vicinanza alle famiglie delle vittime”.
Polemica sui soccorsi. Una passeggera turca ha detto all’agenzia di stampa turca Anadolu che l’operazione di soccorso era disorganizzata e che sul traghetto c’erano solo tre scialuppe di salvataggio. “Quelli che sono usciti per primi sono saliti sulle scialuppe di salvataggio”, ha raccontato, spiegando che gli altri hanno dovuto aspettare. Un camionista greco ha detto che l’allarme anti-incendio è arrivato dopo che la maggior parte dei passeggeri, allertati dal fumo che stava invadendo le loro cabine, erano usciti fuori, e che non ha visto membri dell’equipaggio dare istruzioni ai passeggeri. Il soprano Theodossiou ha dichiarato: “Uomini picchiavano le donne”. “Un ottimo lavoro di squadra” del personale della Difesa, insieme agli altri soccorritori, ha consentito “di evitare un bilancio ancora più grave in termini di vite umane”, ha detto sostenuto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti visitando le sale operative di Marina e Aeronautica.
Il bilancio, giallo sui numeri. Per l’intera durata dei soccorsi Guardia costiera e Marina militare non hanno mai dato gli stessi numeri dei passeggeri tratti in salvo. Diverso di ora in ora il numero di quelli rimasti a bordo e delle vittime. Versioni contrastanti anche sui profili Twitter ufficiali.
Pessime previsioni meteo. Nelle prossime ore nella porzione di mare di fronte alle coste pugliesi, dove si trova il traghetto in avaria, le condizioni meteo-marine rimarranno pessime: soffieranno venti con raffiche fino 60-70 km/orari, con il mare agitato e onde alte circa 3-4 metri. Lo riferisce il Centro Epson Meteo.
L’incendio e l’allarme. Il traghetto Norman Atlantic, partito da Patrasso e diretto ad Ancona (dove era atteso alle 17), aveva lasciato il porto di Igoumenitsa, di fronte all’isola di Corfù, e navigava 33 miglia nautiche al largo della piccola isola di Othonoi quando ha preso fuoco alle 4.30 del mattino per cause da accertare. Il segnale di soccorso è stato inviato subito. Il capitano, Argilio Giacomazzi, 62 anni ligure, ha ordinato l’evacuazione ma le condizioni meteo – le acque dell’Adriatico molto mosse, con il vento a 50 nodi, mare forza 8 e onde alte 5 metri – hanno reso gli aiuti particolarmente complicati.
Le difficoltà dei soccorritori. Verso il traghetto in fiamme, che si trovava a 39 miglia da Otranto e 13 da Valona, sono partiti dalla Grecia e dall’Italia motovedette ed elicotteri della Marina Militare, mentre il comandante e le 56 persone di equipaggio tentavano di domare le fiamme divampate nel garage dove erano stipati oltre 200 automezzi, tra camion e auto. Le porte “taglia fuoco” probabilmente non hanno tenuto. I tecnici marittimi avevano segnalato problemi ad alcuni sistemi di sicurezza ma il traghetto sabato era comunque salpato dal porto greco. I passeggeri, tra cui 22 italiani (altri 22 fanno parte del personale di bordo), sorpresi nel sonno dal fumo e dalle fiamme, si sono precipitati verso le scialuppe di salvataggio ma solo pochi sono riusciti a salirci, prima che un black-out facesse piombare la nave nel buio e senza possibilità di attivare il meccanismo per calare in mare le imbarcazioni soccorso. Decine le persone che, prese dal panico, si sono gettate in mare. Sono state salvate dalla Marina Militare, cinque alla volta. Tra i primi, due bimbi di due e cinque anni insieme alla loro mamma incinta ricoverati in stato di ipotermia.
E mentre in mare aperto proseguivano le operazioni di salvataggio sferzate da un temporale, dal ponte della nave partivano gli appelli disperati degli oltre 300 passeggeri, di diverse nazionalità, rimasti a bordo e che tentavano di sottrarsi al fumo e alle fiamme, ma anche al freddo. “Stiamo bruciando e affondando. Per favore non lasciateci qui” ha detto alla tv greca Nikos Paptheodosiou dal suo telefonino. Solo alle 18 il rimorchiatore Marietta Barretta partito da Brindisi, dopo vari tentativi, ha agganciato la prua della Norman Atlantic. Il comandante è riuscito a girare il traghetto, portando la prua verso l’Albania, viaggiando a favore di vento. Una manovra, condotta in condizioni complicatissime, ma che ha consentito di sgomberare la poppa sulla quale si erano radunati i passeggeri per sfuggire al fumo.
Via a azioni risarcitorie. La procura di Bari deve indagare le autorità portuali italiane e il Rina, il registro navale italiano, per concorso nel naufragio della Norman Atlantic. Lo chiede il Codacons, che sta preparando una apposita istanza ai magistrati pugliesi che hanno aperto una inchiesta sull’incidente. Dopo Bari e Lecce anche la procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta sul disastro. Il procuratore Marco Dinapoli, ha precisato che si tratta di un atto dovuto e che in in un secondo momento si valuterà la competenza territoriale che dovrebbe essere comunque italiana visto che la nave batteva bandiera italiana. Il sostituto procuratore di turno Valeria Farina Valaori disporrà l’autopsia sul corpo dell’uomo, vittima del disastro, trasportato ieri nell’obitorio di Brindisi.
L’accusa degli autisti di camion. Una volta stabilizzato il traghetto, alle 19.20 due piloti dell’Aeronautica militare sono riusciti a calarsi dall’elicottero sopra uno dei ponti. In tarda serata il cavo di traino si è spezzato ma è stato sostituito tra mille difficoltà. Le operazioni di soccorso sono andate avanti tutta la notte, per salvare gli altri 300 passeggeri rimasti al gelo con la nave che ha cominciato a inclinarsi. E ieri i camionisti naufraghi del traghetto hanno puntato il dito sul sovraccarico: “La parte alta dei camion faceva attrito col soffitto del garage, i tir erano carichi di olio e schiacciati come sardine. Facile che le scintille siano partite da lì”.
La difesa dell’armatore. L’armatore Carlo Visentini, presidente del consiglio d’amministrazione della ‘Visemar di Navigazione’, si è detto “estremamente addolorato per la morte del passeggero greco”. “La società confida nel lavoro delle autorità investigative – ha aggiunto – che dovranno trovare le esatte cause dell’incidente, ma è certa della piena efficienza della nave, una nave di recente costruzione, con tutte le certificazioni necessarie ad operare”.
L’attesa dei parenti. “Stiamo aspettando di sapere dove stanno i nostri cari. Dopo 36 ore ne abbiamo diritto”. Il titolare napoletano di una ditta che aveva a bordo della Norman Atlantic tre camion con altrettanti autisti lo ha detto entrando nella sede della Capitaneria di Porto di Bari. Con lui i parenti di una delle persone che era a bordo: “Non abbiamo notizie dalle 5 di ieri”. All’interno degli uffici della Capitaneria gli investigatori stanno ancora ascoltando alcuni dei 49 naufraghi sbarcati a Bari questa mattina per ricostruire la dinamica dei fatti. ANSA
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