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Area di crisi, fondi a 25 imprese isolane

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Col bando della Regione in arrivo 3.6 milioni. Quasi tutte le richiedenti fanno parte del settore turistico “epocale

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LA MADDALENA – Tre milioni e 623 mila euro di contributi: è quanto arriverà dalla Regione per le venticinque aziende maddalenine che ne hanno fatto richiesta superando tutti gli scogli burocratici. L’assessorato regionale alla Programmazione ha pubblicato l’elenco definitivo delle imprese ammesse ai contributi per le aree di crisi: circa 50 milioni di euro suddivisi fra sei macrozone della Sardegna (Porto Torres, Oristanese, Marmilla, Sardegna Centrale, Sulcis Iglesiente e, appunto, La Maddalena).

All’isola gallurese va una fetta ridotta, ma per chi ne usufruisce si tratta di una bella boccata di ossigeno.

Tutti i richiedenti fanno parte in qualche modo del settore turistico, o come strutture ricettive, o come operatori turistici del settore nautico, oppure come società che fanno economia del mare o legate al mercato immobiliare.

È il caso della Samit, che con 222.240 euro si è aggiudicata la cifra più alta;

Seguono:

Pellicola digitale (212.928);

Ecomar (199.992);

Bluetime (199.575);

Blue Sail (199.550);

Smeraldo mare (199.500);

Plastina Simona (198.897);

Velare (196.560);

Viar charter di Farina Maria Clotilde (193.819);

Tolu Loredana (193.365);

Pelagus (183.650);

Genesa (177.150);

Porto Cervo 3a (175.850);

Hotel Excelsior (163.175);

Lybra di Zanchetta Ivan (149.850);

Mantenga (148.850);

Costa Tours di Costa Nunzia (147.225);

Hotel Nido d’Aquila di Malaguti Armando (144.668);

Usai Mariano (125.850);

Cnf ( 95.000);

Cadif di Antonio Difraia (64.558);

Cetra di Fabio Canu – vicesindaco (62.342);

La Maddalena Explore (61.165);

Ro.Ma dell’assessore comunale Mauro Bittu (47.190);

Scubapoint (39.350).

Il bando consentiva la partecipazione a chi possedeva già un’azienda o a chi volesse farne nascere una nuova. Per i primi, il requisito era quello di apportare delle migliorie alla propria o attraverso il rinnovo dei macchinari o attraverso un ampliamento delle attività già avviate. L’imprenditore doveva garantire il 35% del capitale, il restante 65% era invece a carico della Regione.

I finanziamenti non arriveranno subito, dato che occorre tra l’altro attendere l’approvazione definitiva da parte della Regione. La Nuova Sardegna

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