Regione. Ordine del giorno contro S. Stefano
La fissa “comunista” non cessa mai di guarire
Ma chi sono le “Istituzioni”?
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CAGLIARI – E’ stato approvato in Consiglio regionale un ordine del giorno contro l’imposizione della servitù militare a protezione del deposito di munizioni di Guardia del Moro, nell’isola di Santo Stefano.
Il documento approvato prevede che durante il prossimo intervento del presidente della Regione al Consiglio dei Ministri verrà espressa la contrarietà del Consiglio regionale alla servitù militare.
L’ordine del giorno – che ha ottenuto 42 voti favorevoli, 5 contrari e due astensioni – impegna Francesco Pigliaru a chiedere “un rinnovato impegno del Governo nazionale nel perseguimento degli obiettivi definiti nel piano di rilancio per una sua concreta attuazione a ricercare forme di concertazione, anche con il coinvolgimento della rappresentanza parlamentare, circa gli scenari strategici che saranno delineati nel Libro Bianco della Difesa” e a riferire sull’esito della richiesta da parte della Regione.
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Pigliaru: rivogliamo Guardia del Moro
Entro febbraio il governatore si presenterà a Palazzo Chigi per discutere del decreto che ha prorogato i vincoli
La Regione proverà a opporsi forse domani o al più tardi fra una settimana al decreto con cui a ottobre il ministero della Difesa ha prorogato fino al 2019 la servitù sul deposito militare di Guardia del Moro, a Santo Stefano. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru è stato convocato a Palazzo Chigi – manca appunto solo la certezza della data – per spiegare perché la Sardegna è contraria a ai nuovi cinque anni di vincoli, il vecchio è scaduto l’anno scorso, decisi dal Governo senza neanche sentire il parere della Regione.
Ebbene sì, nonostante tutte le buone intenzioni annunciate di «essere pronta a rinegoziare» le servitù militari, appena c’è stata l’occasione il ministro Roberta Pinotti (alla Difesa) ha voltato le spalle alla Sardegna. Ha soddisfatto solo le richieste delle Forze armate, in questo caso la Marina, che da sempre non vuole rinunciare alla galleria scavata nell’isolotto dell’arcipelago. Roberta Pinotti il decreto l’ha firmato con una decisione unilaterale, senza neanche chiedere prima il parere della Regione, come se Guardia del Moro fosse davvero un enclave (militare) dello Stato in Sardegna. «
È stato un atto di arroganza», la firma del decreto, e il Consiglio regionale ha rimarcato la denuncia con un ordine del giorno con cui si è schierato a fianco del presidente della Regione nel ricorso contro l’ennesima servitù. Il «mandato a resistere» è stato approvato a maggioranza (42 sì, 5 no e 2 astenuti) dal Consiglio regionale, con la maggioranza che ha votato compatta, mentre l’opposizione si è sfilacciata, In quei banchi ci sono stati alcuni distinguo non tanto sulla sostanza della protesta, «sulle servitù militari non possiamo essere certo d’accordo», hanno detto tutti, quanto sull’efficacia della nuova presa di posizione.
Tra l’altro è la seconda in questa legislatura dopo che a giugno sempre il Consiglio aveva votato, quella volta all’unanimità, il mandato al presidente della Regione di non firmare il rinnovo della convenzione con lo Stato per i tutti i 13mila ettari gravati da decenni dalle servitù militari. Impegno mantenuto da Pigliaru con l’ormai famoso rifiuto a giugno di sottoscrivere l’accordo al termine della conferenza nazionale sulle servitù militari, nella caserma della Cecchignola. È vero che nel frattempo, a gennaio, c’è stato un avvicinamento fra le parti con la firma del protocollo d’intesa su quello che si potrebbe fare, anche se la trattativa su «rinegoziazione, dismissioni e compensazioni» non è ancora cominciata.
Il caso della base di Guardia del Moro potrebbe accelerare i tempi, ma anche non servire a nulla. Perché nel frattempo le Forze Armate stanno hanno pronto il loro Libro bianco della Difesa (cioè quello che vorrebbero fare) in cui ogni loro base in Sardegna sarebbe intoccabile e neanche su questo la Regione è stata sentita prima. Se il Governo è stato sleale su Santo Stefano Moro, i militari avrebbero fatto persino peggio su tutto il resto. (La Nuova Sardegna)
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ANZICHE’ PENSARE DI RESTITUIRCI L’EX ARSENALE E TUTTO IL RESTO, SI CONCENTRANO SULLE GALLERIE
DI GUARDIA DEL MORO.
MA QUALE UTILITA’ NE CONSEGUE PER LA POPOLAZIONE?
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