Olbia. Sgominata cellula di Al Qaeda
La rete aveva base operativa in Sardegna. Presi ad Olbia due fiancheggiatori di Bin Laden.
.
OLBIA – È scattato alle prime luci dell’alba il blitz della polizia di Stato contro un network terroristico di matrice islamica affiliato ad Al Qaeda con base operativa in Sardegna. L’organizzazione, scoperta dagli uomini dell’antiterrorismo della Polizia di prevenzione, predicava la lotta armata contro l’occidente e organizzava attentati contro il governo del Pakistan. L’indagine della procura distrettuale di Cagliari coordinata dal Servizio operativo antiterrorismo e che ha coinvolto le Digos di 7 provincie ha portato all’arresto di 18 persone.
Due degli appartenenti al network terroristico sono stati arrestati a Olbia e facevano parte, secondo gli investigatori, dell’organizzazione di fiancheggiatori che in Pakistan proteggeva lo sceicco Osama Bin Laden. E’ quanto emerge dalle intercettazioni.
Tra gli arrestati nel blitz contro la rete fondamentalista islamica ci sono anche gli autori di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan compresa la strage del mercato di Peshawar, Meena Bazar, avvenuta ad ottobre 2009 in cui vennero uccise più di 100 persone.
LA CELLULA – I terroristi avevano base operativa a Olbia: la cellula era coordinata da un pakistano, imprenditore nel settore delle costruzioni con interessi tra Olbia e Alghero. Tra le accuse della procura, ci sarebbe anche quella di traffico di migranti. Secondo una prima ricostruzione, i presunti terroristi gestivano l’arrivo di clandestini di “Serie A”, in aereo e con documenti falsi. Tra le attività riscontrate dagli inquirenti ci sarebbe anche l’organizzazione di un attentato contro Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, nel 2010.
I FINANZIATORI – Un imam e formatore coranico che operava tra Brescia e Bergamo era l’esponente dell’ organizzazione fondamentalista addetto alla raccolta dei fondi da destinare per attentati terroristici in Pakistan. L’uomo, un dirigente del movimento pietistico Tablig Eddawa (Società della Propaganda), stimolava le donazioni presso le comunità pakistano-afghane radicate nel territorio italiano. I fondi raccolti venivano poi inviati in Pakistan mediante membri dell’organizzazione. In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Fiumicino.
La rete fondamentalista con base in Italia era anche impegnata nel traffico di migranti. Pakistani e Afghani venivano introdotti illegalmente in Italia per poi proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. L’ingresso in Italia avveniva attraverso imprenditori compiacenti che fornivano falsi contratti di lavoro. In altri casi l’organizzazione forniva documenti falsi da cui i migranti risultavano vittime di persecuzioni etniche o religiose. Il network forniva anche supporto logistico e finanziario ai migranti, assicurando loro patrocinio presso gli uffici immigrazione e istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l’asilo politico, apparecchi telefonici e sim.
Conferenza stampa oggi alle 12 presso la Procura di Cagliari.
.
.
.
.
.