Porto Cervo, zone franche doganali

…per conquistare i paperoni del mare. Le proposte per far intercettare all’isola il 70% delle mega imbarcazioni nel corso del forum del lusso.

BANNERPORTOCERVOOltre 1800 super ricchi arrivano ogni anno con le loro navi nel Mediterraneo

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PORTO CERVO – Costituire sei zone franche doganali nei porti sardi strategici per la grande nautica, ribadire ogni anno la sfida sul lusso possibile in Costa Smeralda, costruire nuove modalità di accoglienza per recuperare una quota parte maggioritaria di quel 70% della flotta mondiale di mega yacht che sceglie ogni anno il Mediterraneo come area operativa preferita.Queste alcune delle indicazioni più importanti scaturite ieri dal primo Forum sul lusso possibile svoltosi a Porto Cervo.

Le ricadute del lusso, e in particolare della grande nautica in termini di reddito generato e di occupazione creata nei territori, hanno fornito il “fil rouge” del Forum nel corso del quale sono emerse anche alcune proposte concrete. Fra le altre quella (illustrata dal presidente della Cagliari Free Zone, Pier Giorgio Massidda) di realizzare nei 6 principali porti sardi, zone franche doganali già autorizzate dall’Unione europea, in regime di esenzione Iva.

Una seconda indicazione ha riguardato proprio il forum ideato da Federagenti: una sfida raccolta dalla Costa Smeralda intenzionata a ospitare ogni anno questa manifestazione per l’apertura della stagione estiva.

La terza indicazione, ribadita dal presidente di Federagenti, Michele Pappalardo, è quella relativa all’accoglienza che nella grande nautica deve obbligatoriamente far rima con eccellenza. Condizione questa irrinunciabile per approfittare di quell’unico e incredibile effetto moltiplicatore di reddito e occupazione che caratterizza, secondo Federagenti, i mega yacht.

In un mondo in cui la fascia dei miliardari tende a crescere (sono 1800 con una fascia under 50 crescente in particolare in Asia), la grande nautica uno yacht dai 30 ai 60 metri di lunghezza da lavoro ha 15 uomini di equipaggio, ma mantiene anche una media di 75 famiglie di lavoratori della manutenzione, elettricisti, tecnici, fornitori di bordo e negozi.

Le tre fasce di categoria dei grandi yacht attivano mediamente una spesa annua che sale dai 2,35 milioni di euro per un’imbarcazione della fascia fra i 30 e 60 metri per raggiungere 6 milioni e 750.000 euro per un natante nella fascia dei grandi yacht. In Italia il mercato dei grandi yacht si traduce in un fatturato di 2,5 miliardi di euro e in 13.000 addetti. A livello mondiale il “fatturato” dei mega yacht sfiora i 25 miliardi di euro.

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