Sequestrata la discarica del G8
La Nuova Sardegna
Allarme inquinamento alla Maddalena, blitz dei carabinieri del Noe inviati dalla Procura di Tempio.
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LA MADDALENA – Ancora un sequestro giudiziario a tutela dell’ambiente terrestre e marino nel martoriato arcipelago della Maddalena. A finire sotto i sigilli del Noe e nell’ennesimo fascicolo processuale aperto dalla procura di Tempio per inquinamento ambientale è stato il centro di conferimento di rifiuti di Sasso Rosso, una discarica finita più volte sotto inchiesta per l’alto tasso di inquinamento dovuto al materiale che vi veniva depositato, compresi gli “inerti” provenienti dalle demolizioni del mancato G8, e per il percolato che tracima sino al mare.
Un sito fuorilegge sin dal 1999 ma che ha continuato a funzionare, come discarica pubblica, perché all’epoca non vi erano alternative per lo smaltimento dei rifiuti speciali che venivano prodotti nell’isola madre dell’arcipelago. Il sito venne definitivamente chiuso nel 2004 e dichiarato ad alta pericolosità da uno studio dell’Arpas, che dal 2006 ha avviato il censimento delle aree da bonificare nell’intera isola. La discarica di Sasso Rosso, inclusa tra i siti da sottoporre a riqualificazione ambientale, venne nuovamente alla ribalta nel marzo scorso, quando le isole dell’Arcipelago che rientravano sotto il controllo dell’Ente Parco vennero ispezionate alla ricerca di agenti inquinanti.
I tecnici dell’Ente e Parco e i colleghi dell’Ufficio turismo della ormai ex provincia Olbia-Tempio individuarono une decine di discariche abusive sull’isola di La Maddalena, discariche formatesi nel tempo e che contenevano, tra i diversi materiali inerti, anche sostanze inquinanti come l’Eternit e residui di collanti e idrocarburi, Tra queste discariche c’era quella, già conosciuta anche all’amministrazione comunale, di Sasso Rosso, L’impegno che venne intrapreso all’epoca da Ente Parco e Comune fu quello di ripulire le zone inquinate, concentrando i residui pericolosi in una area attrezzate per poi essere smaltiti in centri autorizzati. Stando alle indagini portate avanti dai carabinieri del Noe di Sassari queste opere non sono mai state completate, e dalla discarica di Sasso Rosso ha continuato a tracimare verso il mare un percolato ad altissima concentrazione di agenti inquinanti.
Da qui la nuova inchiesta giudiziaria (la terza che ha per oggetto la discarica abusiva) e il sequestro penale eseguito ieri dai militari del Noe. Gli stessi militari che, nel 2008, seguirono i camion carichi di rifiuti pericolosi che lasciavano l’isola per le discariche di Bolotana e Porto Torres, dove venivano smaltite e nascoste sotto bennate di terra. Un monitoraggio e una denuncia che portò alla scoperta degli affari della Cricca della Ferratella, l’associazione a delinquere che gestiva i grandi eventi italiani.
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