Andavano a fare la spesa e al Bar

L’indagine è partita da una segnalazione fatta dalla stessa Amministrazione Comunale di La Maddalena.

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Pedinamenti e riprese video hanno inchiodato i dipendenti comunali di La Maddalena nel 2014.

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OLBIA Andavano a fare la spesa, al bar e giocavano ai videopoker. Il tutto in orario di lavoro e dopo aver passato il badge in comune a La Maddalena. Per i sei dipendenti comunali, denunciati dai carabinieri pende ora l’accusa di truffa aggravata ai danni dello stato e falsa attestazione e certificazione. Per due di loro, invece, è scattata la sospensione dai pubblici uffici per 60 giorni e il sequestro preventivo dei conti correnti.

Mille euro è il danno quantificato da un perito nominato dalla Procura di Tempio Pausania ai danni dell’amministrazione comunale.

Quasi due mesi di pedinamenti con video riprese e osservazioni a breve distanza, tra novembre e dicembre del 2014, hanno consentito ai Carabinieri del reparto territoriale di Olbia diretti dal comandante Alberto Cicognani, di inchiodare con prove schiaccianti i sei dipendenti comunali assenteisti.

L’attività di indagine è partita proprio da una segnalazione fatta della stessa amministrazione comunale di La Maddalena che aveva registrato l’anomalo comportamento dei dipendenti.

L.M.A. 43enne, V.L. 47 anni, L.C.G. 63 anni, B.A. 55 anni, A.B.A.A.  61 anni, D.A. 40 anni, dovranno ora rispondere delle accuse pesanti a loro carico. “L’operazione ha permesso di evitare ulteriori danni economici ai danni dell’intera comunità – ha commentato il sostituto procuratore Angelo Beccu.

La novità riguarda, grazie all’art.55 quinquies del codice penale, il sequestro preventivo delle somme corrispettive al danno quantificato. Il comportamento illecito sarebbe andato avanti per mesi”.

Le condotte rilevate più gravi sono state accertate a carico di L. M. A. e V. L. che hanno reiteratamente attestato falsamente la loro presenza in servizio, mediante lo scambio reciproco dei propri badge che venivano utilizzati in maniera tale da farli figurare sul posto di lavoro per un tempo superiore alle ore realmente prestate (uno dei due soggetti arrivava puntualmente al mattino con entrambi i badge garantendo la timbratura per il collega che arrivava puntualmente due ore dopo, e che, a sua volta, ripeteva l’operazione nel pomeriggio a favore del complice, attuando le stesse modalità e garantendo al primo soggetto di poter lasciare il posto di lavoro con due ore di anticipo).

I dipendenti assenteisti lavoravano al massimo tre o quattro ore e dopo trascorrevano il resto del tempo svolgendo commissioni personali, andando a casa e al bar dove sono stati sorpresi a giocare ai videopoker.

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Art. 55-quinquies (Codice Penale). False attestazioni o certificazioni.

1. Fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 400 ad euro 1.600. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto.
2. Nei casi di cui al comma 1, il lavoratore, ferme la responsabilità penale e disciplinare e le relative sanzioni, è obbligato a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subiti dall’amministrazione.
3. La sentenza definitiva di condanna o di applicazione della pena per il delitto di cui al comma 1 comporta, per il medico, la sanzione disciplinare della radiazione dall’albo ed altresì, se dipendente di una struttura sanitaria pubblica o se convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione. Le medesime sanzioni disciplinari si applicano se il medico, in relazione all’assenza dal servizio, rilascia certificazioni che attestano dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati.

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