Santa Teresa. L’area marina protetta

La Nuova Sardegna.

In arrivo una nuova zona di tutela che va da Capo Testa a Valle dell’Erica

area protetta s.teresa

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SANTA TERESA – Il tesoro riposa sotto il mare. Un forziere di bellezza, pesci, piante, rocce, che il Comune vuole difendere dai predoni. Lo strumento che ha scelto per proteggere i suoi gioielli è l’area marina protetta di Capo Testa-Punto Falcone. Non una opera d’arte sigillata in una teca. Potrà essere ammirata, vissuta e goduta, ma seguendo rigide regole.

L’amministrazione, insieme all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha buttato giù una bozza di zonizzazione. Fuori dal burocratese significa che il mare di Santa Teresa, dal confine con Aglientu a Valle dell’Erica è stato diviso in aree da tutelare. In base alla fragilità ambientale, alle specie animali che hanno messo su casa, alle finalità turistiche, a ognuna è stata assegnata una lettera. A cui corrisponde ciò che in futuro si potrà fare e ciò che sarà vietato. Una sola l’area di riserva integrale, al largo di Capo Testa, alla secca del Diavolo. È la zona rossa, un santuario in cui sarà vietato navigare, pescare, ormeggiare, fare immersioni e visite guidate. Il Comune vuole trasformarla in una nursery del mare.

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Il Modello alternativo al Parco Nazionale

Parco SEDENon solo una differenza linguistica. Parchi e aree marine protette spesso vengono usati come sinonimi, ma sono due livelli di tutela del territorio ben diversi. In Sardegna esistono due parchi nazionali, La Maddalena e l’Asinara e quattro Amp: Tavolara-Capo Coda Cavallo, Capo Caccia, penisola del Sinis-Mal di Ventre e Capo Carbonara. I parchi estendono il loro regime di tutela anche alle aree terrestri oltre che marine. E le loro competenze si estendono anche alla pianificazione. Il sistema di gestione è regolamentato in modo rigido dalla legge 394. Il presidente viene nominato dal ministero dell’Ambiente, che esercita la vigilanza sull’ente. Oltre al presidente c’è un direttore, un consiglio direttivo, la giunta esecutiva e il revisore dei conti. Le aree marine protette vengono istituite con decreto dal ministero all’Ambiente, ma la gestione è affidata a enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, anche consorziati tra di loro. Il direttore viene nominato dal consorzio di gestione e non dal ministero.

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