Saremar. Montella scrive a Pigliaru
ANSA
Ma l’Assessore Deiana non ne vuole sentire e annuncia il Bando di svendita per la prossima settimana.
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CAGLIARI – Non solo sciopero della fame. Questa sera i marittimi della Saremar hanno deciso di occupare il traghetto ‘Santo Stefano’ in servizio da La Maddalena a Palau. Lo annuncia su Facebook il deputato di Unidos Mauro Pili, reduce da alcune assemblee con i lavoratori nel nord Sardegna. Nel mirino c’è sempre la Regione, colpevole – secondo i marittimi e il parlamentare sardo – di svendere la compagnia che controlla al 100%. A rischio 200 lavoratori, a cui sono già state recapitate le lettere di licenziamento.
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ASSEMBLEE A SANTA TERESA E A LA MADDALENA
Nel primo giorno dello sciopero della fame dei lavoratori della Saremar in lotta contro i licenziamenti, assemblee a Santa Teresa di Gallura e La Maddalena per richiamare l’attenzione sulla vertenza occupazionale che coinvolge oltre 200 marittimi della compagnia di navigazione controllata al 100% dalla Regione. A bordo dei traghetti Ichnusa, Caprera e Santo Stefano, dove i dipendenti stanno attuando la protesta, anche il deputato di Unidos Mauro Pili, che assieme ai marittimi ha issato la bandiera dei Quattro Mori sul ponte della motonave Santo Stefano.
“Lo sciopero della fame è un gesto estremo contro una Regione vigliacca che mette per strada centinaia di famiglie per perseguire gli affari di privati – attacca il parlamentare sardo – Una politica regionale latitante e complice che sta devastando la continuità territoriale per le isole minori. Questo gesto estremo deve far riflettere e costringere la Regione a salvare la Saremar e impedire che i pirati del mare mettano le mani anche sulla continuità per le isole minori. Sostenere, come sta facendo la Regione, l’impossibilità di mantenere pubblica la continuità per le isole minori e per la Corsica è semplicemente la strada più facile – denuncia Pili – per svendere le rotte, tutto questo deve essere impedito”. Secondo il deputato di Unidos, “ci sono tutte le possibilità per salvare la compagnia e non licenziare i lavoratori. Per questo abbiamo suggerito un percorso puntuale e definito con richiami chiari e codificati per affrontare il salvataggio della Saremar”.
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DEIANA, BANDO NELLE PROSSIME SETTIMANE
Nelle prossime settimane, l’assessorato regionale dei Trasporti pubblicherà l’invito a presentare le manifestazioni di interesse per la gestione della continuità marittima con le isole minori. Nel frattempo “gli advisor, che hanno già elaborato la bozza di procedura ristretta, stanno verificando la praticabilità di specifici strumenti di garanzia a tutela dei lavoratori, sotto forma di clausole di salvaguardia da inserire nella procedura di gara. Questa strada potrebbe consentirci di riassorbire tutti gli ex dipendenti Saremar”. Ad annunciarlo ai sindacati, nel primo giorno di sciopero della fame dei marittimi della compagnia di navigazione controllata dalla Regione, è l’assessore Massimo Deiana.
“Siamo in attesa di conferma da parte del ministero dell’Economia dell’esatta entità delle risorse trasferite per l’esercizio di questo servizio e del numero delle relative annualità – spiega l’esponente della Giunta – elementi che costituiranno parte integrante dell’avviso pubblico”. Le tratte Portoscuso-Calasetta/Carloforte e La Maddalena/Palau dovrebbero quindi essere messe a bando per i prossimi nove anni, in virtù di un finanziamento statale pari a circa 13 milioni di euro ogni dodici mesi.
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IL SINDACO DI LA MADDALENA MONTELLA SCRIVE A PIGLIARU
“La situazione a La Maddalena sta precipitando”. Così il sindaco Luca Montella in una lettera inviata al presidente della Regione descrive la situazione dei marittimi della Saremar dopo il recapito delle lettere di licenziamento. “Lo sconforto dei marittimi e delle loro famiglie è così forte da percepirsi la preoccupazione del possibile sviluppo di gesti inconsulti – scrive il sindaco – Come amministrazione comunale non possiamo e non vogliamo rimanere inerti di fronte ad una situazione che, oltre al licenziamento di così tante persone, avrà inevitabili ripercussioni sul territorio per l’uscita del servizio pubblico dal collegamento nostro con la terra ferma. Le conseguenze sociali ed economiche sono tali da non giustificare in alcun modo la perdita delle garanzie che la Regione deve dare ai propri concittadini”. Di qui la richiesta di un intervento da parte della Regione “in grado di invertire una rotta che, ancora oggi, si rivela del tutto ingiustificata; un intervento immediato – sollecita il primo cittadino – che porti a salvaguardare sia i posti di lavoro che i servizi, mantenendo il totale controllo pubblico su un settore fondamentale e vitale per la mobilità delle comunità isolane”.
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