Il vescovo: «Salvate la Saremar»
La Nuova Sardegna – Serena Lullia
Monsignor Sanguinetti si schiera con i marittimi: non dimentichiamo i lavoratori
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LA MADDALENA – La Chiesa sposa la causa della Saremar. Al fianco dei marittimi che il 31 dicembre, con la morte della compagnia di navigazione pubblica, perderanno il lavoro. Il vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, Sebastiano Sanguinetti, non si sente rassicurato dalle promesse della Regione. L’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, ha garantito che tutti i lavoratori della Saremar, a eccezione degli amministrativi, saranno riassunti dal privato che vincerà la gara. Nessuna certezza però sul tipo di contratto e sullo stipendio. «Non possiamo rimanere indifferenti di fronte all’ennesimo dramma che si sta per abbattere sui dipendenti della Saremar e sulle loro famiglie – afferma il vescovo –, dopo le lettere di licenziamento ricevute, senza che fino a ora sia emersa una proposta alternativa di salvaguardia del loro posto di lavoro. Lo sciopero della fame dei marittimi e l’occupazione della sala consiliare da parte delle loro donne esprime giustificata disperazione e domanda ineludibile di risposte certe per il futuro». Sanguinetti si appella alla Regione perché eviti altra sofferenza a una isola che negli anni è stata più volte tradita dalle istituzioni. «Ben conoscendo e avendo vissuto di persona i tanti scippi subito dall’isola nell’ultimo decennio – prosegue il vescovo –, con nefasti esiti sull’economia isolana e sulla serenità di centinaia di famiglie, si fa forte e pressante l’appello alle autorità pubbliche perché non se ne consumi un altro. Il prezzo da pagare sarebbe troppo alto e difficile da sopportare». Sanguinetti chiede alla politica di vestire di concretezza le promesse verbali. «L’auspicio è che dalle promesse generiche si passi finalmente a un piano preciso e dettagliato – conclude –, che oltre ad assicurare il diritto alla mobilità delle isole minori, salvaguardi la sicurezza del lavoro di tutti i marittimi e delle loro famiglie».
Una settimana gli equipaggi Saremar della Maddalena e Santa Teresa hanno cominciato una doppia protesta. Con responsabilità hanno deciso di non interrompere il servizio di trasporto sul mare, ma hanno occupato la nave “Isola di Santo Stefano” e iniziato lo sciopero della fame.
Nei giorni scorsi un marittimo è stato male ed è stato necessario l’intervento dell’ambulanza. L’uomo, disidratato, era svenuto. In contemporanea le donne dei lavoratori hanno occupato la sala consiliare del municipio e i colleghi di Carloforte si sono accampati nel campanile della chiesa.
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