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Delcomar mette in campo “Anna Miur”

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franco del giudiceCARLOFORTE – Oltre duemila tonnellate di stazza, 500 passeggeri e 120 auto. Arriva dall’isola di Wight e d’ora in poi assicurerà i collegamenti tra Carloforte e Portovesme e Calasetta. Inaugurato questa mattina l’ultimo acquisto della compagnia Delcomar: si chiama Anna Mur, (Anna Mureddu) – nome dedicato alla madre dell’armatore Franco Del Giudice.

E’ la seconda gemella dell’unità Gb Conte ed è stata acquisita per le nuove esigenze commerciali di sviluppo della società Delcomarha spiegato Franco Del GiudiceHa infatti la caratteristica di poter operare in tutti i porti, nello specifico in quello di Calasetta, che ha problemi di pescaggio.

Tutti gli acquisti della società si sono orientati su navi che avessero questa flessibilità. L’inaugurazione della nave rientra nei progetti di restyling di tutto il sistema di collegamento marittimo della Delcomar in previsione di un miglioramento dei servizi. Che, ricordo – ha aggiunto l’armatore – dal 2008 al 2011 in quattro anni ha garantito il 100 per cento dell’efficienza, il 99 per cento nei restanti anni. Puntiamo a mantenere lo stesso impegno, ovvero a rispettare tutte le corse come abbiamo sempre fatto“.

L’altra novità attesa dalla comunità carlofortina è la proposta sulle tariffe. Prevede una diminuzione per i residenti da 1,35 a 1,30 euro sulla rotta di Calasetta. I non residenti non pagheranno più 5,30 ma 4,50 euro. Su Portovesme si passerà rispettivamente da 1,45 a 1,40 e da 5,60 a 4,90.

Previsti risparmi nel weekend: da 4,30 euro si passa ai 1,90 su Calasetta e da 4,40 a 2,10 su Portovesme. Previsto anche un dieci per cento di sconto su tutte le merci trasportate e il 100 per cento su quelle “pericolose”.

Sui lavoratori della Saremar che in questi giorni hanno manifestato le proprie perplessità, Del Giudice rassicura: “Ho fatto la mia proposta migliorativa e manterrò gli impegni contrattuali. Nessuno mi fa regali, credo che col mio piano industriale stia venendo incontro sia alle esigenze dei lavoratori sia a quelle delle comunità nelle quali operiamo“.

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