POLITICA

Cosa avete capito del referendum?

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LA MADDALENA – Domenica 17 aprile 2016, Si svolgerà il referendum abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione sulla durata delle trivellazioni in mare, ovvero per l’abrogazione dell’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).

Il referendum è stato convocato con D.P.R. 15 febbraio 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale-Serie Generale n. 38 del 16 febbraio 2016.

Attualmente, in armonia con le disposizioni della IV Convenzione di Ginevra del 1958, l’ONU ha riconosciuto all’Italia una propria piattaforma continentale che costituisce, nell’area del mediterraneo, una ampia zona – (calcolata dalla batimetrica/isobata dei 200 metri, cioè da punti di maggiore profondità), che consente la tecnica estrattiva degli idrocarburi, sino alla «linea mediana tra la costa italiana e quella degli stati che la fronteggiano»:

piattaforma econimica

Con questo referendum del 2016, il corpo elettorale, ripartito negli 8.000 comuni e nelle 61.563 sezioni elettorali del territorio nazionale, è di 46.887.562 elettori, di cui 22.543.594 maschi e 24.343.968 femmine (al 45° giorno antecedente le elezioni).

A questi vanno aggiunti i 3.898.778 elettori residenti all’estero, di cui 2.029.303 maschi e 1.869.475 femmine. La modalità di espressione del voto per gli elettori residenti all’estero è quella per corrispondenza.

Lo scrutinio dei voti inizierà alle ore 23 di domenica 17 aprile, subito dopo la chiusura delle operazioni di voto.

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Cosa succederà dopo il Referendum?

Si deciderà di impedire nuove trivelle?… NO, sbagliato.

Riguarderà tutte le trivelle?… NO, sbagliato.

Riguarderà tutte le trivelle a mare?… NO, sbagliato.

Chi vi ha confuso le idee?

L’ho sentito in TV. L’ho letto nei giornali.

Ricominciamo da capo.

In Italia, chi vuol fare un pozzo di estrazione lo deve chiedere allo Stato (MISE). Lo Stato rilascia una concessione nel suo territorio. Il suo territorio è, ovviamente, tutta la sua terraferma è le sue acque territoriali, cioè fino a 12 miglia dalla costa.

Oltre le 12 miglia di chi è il mare? Usualmente diciamo il mare è di tutti: ma solo per navigarci, o per nuotarci, non per pescarci o per estrarre petrolio.

Le convenzioni internazionali sottoscritte da tutti gli Stati, compreso il nostro, stabiliscono che oltre le 12 miglia inizia la “Piattaforma di interesse economico nazionale”. Fino a quante miglia? Ti devi mettere d’accordo col dirimpettaio, col quale fai a metà.

Facciamo un esempio: il dirimpettaio di Lazio e Campania è  la Sardegna, quindi la piattaforma intermedia è tutta italiana, e nessuno può trivellare o pescare senza il permesso dell’Italia. Facciamo un altro esempio: il dirimpettaio della Toscana è la Corsica, quindi Italia e Francia fanno un accordo sui confini della piattaforma, tendenzialmente a metà, tra l’isola di Montecristo e la Corsica. Quindi i pescatori Liguri che vengono a pescare il Gambero di Genova di fronte alla Corsica, nella piattaforma Francese, dicono cazzate, insieme ai loro colleghi di Santateresa, quando dicono che il Governo ha regalato suo territorio alla Francia: quella è casa francese. Nel Mediterraneo chi ha la più vasta piattaforma è l’Italia: basta guardare una carta geografica per capire il significato di Mare nostrum, in pratica tutto il Mare Tirreno e metà dell’Adriaico.

Torniamo al referendum, che riguarda solo le piattaforme a mare entro le 12 miglia. Il quesito è: volete abrogare la legge che dice che le concessioni di estrazione in mare, entro 12 miglia dalla costa debbano durare fino all’esaurimento del giacimento, come si fa attualmente?

Cosa succede se il referendum raggiunge il quorum del 50% + 1?

Se vince il queste piattaforme verranno smantellate una volta scaduta la concessione, senza poter sfruttare completamente il giacimento.

Se vince il No, per queste piattaforme non cambierà nulla, continueranno a estrarre fino all’esaurimento.

Sia che vinca il , sia che vinca il No, non cambierà nulla per le estrazioni su terra, e in mare oltre le 12 miglia.

Il Governo potrà rilasciare altre nuove concessioni? Si, è già sancito per legge, in terraferma e oltre le 12 miglia; non solo, è obbligato allo sviluppo delle estrazioni, sempre per legge. Io penso che qualunque governo di qualunque nazione debba avere una politica energetica. Nel nostro caso, unico Stato industriale che ha rinunciato al nucleare, dovendo bruciare gas e gasolio, il Governo dovrà rilasciare nuove concessioni. Diamoci una regolata: prima rinunciamo al nucleare, poi ci lamentiamo per le polveri sottili del gasolio bruciato, poi non rinunciamo alle auto e vogliamo benzina, meglio se a basso costo, poi inseguiamo le energie rinnovabili che costano più del gasolio (il premio per sostenerle lo pagate voi nella bolletta ENEL, con una voce specifica aggiuntiva). Se andate al distributore e lo trovate vuoto vi incazzate e diventate verdi dalla rabbia.

Avendo gestito anche una grande raffineria, non svelerò come gira questo mondo. Posso però dire che col barile sotto i 40 $ non conviene estrarre quello nazionale, tal quale come fanno in USA, lo prendiamo dalla prima nave che passa (si fa così) e conserviamo il nostro per i nipoti: è una riserva strategica che, per quanto mi riguarda, approvo senza condizioni, lasciamo che il Governo governi.  Perché trivelliamo? Per essere pronti in caso di bisogno. Vi faccio solo intuire che l’Italia ha giacimenti imponenti, a terra e in mare, potremmo aderire all’OPEC, siamo una potenza energetica. Volete i numeri veri o quelli dichiarati? Nemmeno sotto tortura.

Per capirci, di cosa stiamo parlando oggi?

  • L’italiana SAIPEM è riconosciuta, a livello internazionale, la migliore società di trivellazione per la tecnologia più avanzata, particolarmente in aree marine.
  • I pozzi di idrocarburi perforati in Italia al 13.07.2015 sono 222.
  • Limitatamente al petrolio (non citiamo il Gas) nel 2015 è stato estratto (fonte MISE):
  • 85 % in terraferma.
  • 15 % in aree marine (totali, entro e oltre le 12 miglia).
  • Per il  Decreto Legislativo 3 aprile 2006 152, sono vietate nuove ricerche e trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa: vedi figura 1
  • Le aree marine in cui si possono effettuare ricerche e estrazioni sono indicate in figura 2.
  • Nel Mar di Sardegna, per accordi con i confinanti Spagna e Francia, nella piattaforma nazionale è possibile effettuare ricerche e trivellazioni nell’area E, indicata in figura 3. Le richieste devono essere inviate al Ministero dello Sviluppo Economico per competenza, e non alla R.A.S.
  • Le concessioni marine attualmente sono:

– 33 entro le 12 miglia.

– 11 a cavallo delle 12 miglia.

– 25 oltre le 12 miglia.

CONCLUSIONI:

  1. Renzi ha ragione, applica le norme del Piano Strategico Nazionale, è un obbligo, oppure va in Parlamento e fa cambiare la legge. Manco se lo impiccano.
  2. Il Ministro Boschi ha ragione, è obbligata a rispettare le decisioni del Parlamento.
  3. Il Ministro Guidi non ha commesso reato, ha anticipato di qualche ora la Gazzetta Ufficiale in una conversazione privata, non attinente sue pressioni in Parlamento.   Per amore, io farei molto di più.
  4. Il Referendum è un diritto, ormai avete speso 360 milioni per farlo (700 Miliardi del vecchio conio), almeno esprimetevi, se non avete altri impegni.

La domanda  impertinente: come voterò? Io sono un petroliere, trivellerei a vita. Datemi una trivella, ve lo troverei anche sotto i cassonetti scomparsi in Piazza Comando.

Gian Carlo Fastame (Ingegnere/Direttore ENI)

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N.D.R. – Supponiamo che…

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Se da lunedì la Francia decide di posizionare una piattaforma a sud-ovest di Bonifacio…

Noi cosa facciamo… continuiamo con i soliti slogan?

NO AL NUCLEARE

NO AL FOTOVOLTAICO

NO ALLE TRIVELLE

Allora decidiamoci sul cosa fare… perché rischiamo di andare a piedi, di rimanere al buio e senza riscaldamenti… e se abbiamo caldo, dobbiamo comprarci il ventaglio!

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Perchè, invece, non pensiamo a un Referendum per abolire le accise sulla benzina e le tasse sull’energia?

Pace & Bene

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