POLITICA

S.Stefano. «Una inutile tempesta mediatica»

La Nuova Sardegna – (Giampiero Cocco)

Così la pensa il Sindaco Montella

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«Se fosse accaduto a Cagliari nessuno avrebbe sollevato dubbi»

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montella_sindacoLA MADDALENA – Il sindaco Luca Montella, eletto un anno fa con la lista civica “insieme a voi”, mantiene fede al suo impegno elettorale. «Ritengo che sulle banchine di Santo Stefano si stia scatenata ad arte una tempesta, puramente ideologica, in un bicchier d’acqua. Questo non ha ragione di esistere. Faccio un esempio, per togliere ogni dubbio a favorevoli e contrari: se la marina militare decidesse, nel pieno della sua autonomia gestionale di strutture portuali, di riqualificare le banchine davanti a Marisardegna, a Cagliari, chi avrebbe qualcosa da ridire? Ritengo nessuno, essendo questo un adeguamento normalissimo alle modificate esigenze tecnico-operative. Lo stesso discorso vale per Santo Stefano, che è da sempre un molo militare. A questo proposito chiederò un incontro con il presidente della Regione Francesco Pigliaru e ai politici per spiegare quali sono le esigenze della popolazione maddalenina e come il potenziale e auspicato ritorno della marina militare possa essere una occasione, direi unica, da non perdere. Non dimentichiamo che sono loro, in prima linea, a fronteggiare con finalità umanitarie l’immigrazione clandestina, schierando i mezzi navali nel canale di Sicilia e salvando vite umane che chiedono soltanto di poter cambiare il loro modo di vivere. Aggiungo che sarebbe per me, e ritengo per tutti i maddalenini, un punto di orgoglio se la scuola della marina militare, che forma i professionisti del mare, sia aperta non soltanto ai nostri ragazzi, ma anche ai militari di altre nazioni. Trattiamo invece sulle indennità che spettano a Regione e comuni per l’utilizzo delle servitù militari, il resto è pura ideologia, non applicabile a Santo Stefano, dove non è messa in discussione alcuna cessione di sovranità “isolana”».

banner_zanchettaPierfranco Zanchetta, consigliere regionale Upc, ritiene che sia giunto il momento «per il presidente Pigliaru, di cogliere una occasione storica, direi irripetibile, di aprire un confronto con la Difesa per rivedere le servitù militari in Sardegna e ridurne alcune, ma non toccare quella di Santo Stefano, una servitù storica, un contenzioso sempre aperto tra Stato, regione e enti locali. Oggi, però, non si può mantenere un braccio di ferro con lo Stato, ma è tempo di aprire una trattativa che deve vedere il ritorno della marina a La Maddalena con un suo ruolo e con le ricadute economico-occupazionali dovute a questo territorio. Mettere nel frullatore delle ideologie tutto questo, oggi, ritengo sia antistorico. Sono i finiti i temi delle battaglie che abbiamo fatto sulla presenza della base americana. Con la marina italiana, e quindi la difesa nazionale, noi dobbiamo aprire le trattative per far valere la nostra autonomia, ma riconoscendo il ruolo che svolge la difesa, soprattutto in Sardegna. La Marina, nel’isola, ha le sue radici storiche, La compatibilità tra sviluppo turistico e la presenza dei militari posso assicurarla con un esempio datato negli anni, quando la marina era in piena attività con l’arsenale, le scuole bonannoCemm e le altre presenze militari. Ebbene a Caprera, negli anni Sessanta, venne aperto il primo club Mediteranée, senza alcuna incompatibilità tra quel genere di turismo e le attività militari nell’isola. A Santo Stefano, quando esisteva la base americana, fu realizzato anche un club Valtur».

Per Giuseppe Bonanno, presidente dell’Ente Parco, i lavori di riqualificazione «sono una prerogativa dello Stato e della difesa italiana, su cui non possiamo interferire».

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