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Ospedale, mancano i chirurghi

(da La Nuova Sardegna… e le lamentele dell’utenza) 

Un’Ospedale ridotto ai minimi termini per l’evidente non curanza della ASL di Olbia

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Numerosi i pazienti trasferiti negli ultimi giorni al Giovanni Paolo II di Olbia

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LA MADDALENA – Pazienti trasferiti direttamente a Olbia per l’assenza degli unici due chirurghi in servizio al Pronto Soccorso a cui è stato cancellato il regime di reperibilità.

Le lamentele aumentano, i disagi si complicano e nessuno fa niente!

Nonostante il pronto soccorso del Paolo Merlo continui a garantire un incessante (e stressante) servizio, sono numerosi i casi dei pazienti trasferiti all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia registrati in questi ultimi giorni.

A creare questo ennesimo disservizio alla cittadinanza, è la diretta conseguenza della sospensione del consulto chirurgico prima garantito in regime di reperibilità dai due medici di chirurgia (Dott. Gulino e Dott. Simone).

Inoltre, anche il numero di autisti delle ambulanza in servizio non risulta essere più sufficiente alle necessità operative dell’ospedale, principalmente a causa dei continui trasferimenti.

Nuove problematiche che si aggiungono alla chiusura, dello scorso giugno, della camera iperbarica per mancanza di personale medico e dell’ufficio di igiene pubblica, sempre per lo stesso motivo.

L’amministrazione comunale in questi mesi è intervenuta più volte chiedendo alla Asl immediate risposte e proponendo anche delle soluzioni. Ma, a quanto pare, la ASL fa orecchie da mercante…

Al momento, il modello sanitario della Maddalena persiste in uno stato che non tiene conto dell’insularità e… ancora peggio… neanche delle esigenze basilari dell’utenza.

Su questo ultimo caso dei trasferimenti all’ospedale di Olbia, interviene l’assessore comunale alla Sanità, Massimiliano Guccini. «La nostra speranza è che, con il distretto insulare,dal primo gennaio 2017 si inizino finalmente a garantire il livelli essenziali di assistenza attraverso risorse provenienti direttamente dal bilancio regionale – commenta – Andare avanti in queste condizioni, oltre ad essere impossibile, è anche rischioso. L’ambulatorio chirurgico deve essere ripristinato immediatamente, essendo un servizio salvavita. Non si possono esporre i pazienti a inutili e in alcuni casi pericolosi trasferimenti».

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