POLITICA

Sanità. Siamo nel Tunnel

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Non c’è più niente da fare…

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LA MADDALENASulla Stampa Sarda, in questi giorni, si è parlato tanto del confronto tra Sindaci e Regione, tenutosi venerdi scorso a Cagliari.

Il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, sostenuto dal Comitato delle autonomie locali, Andrea Soddu, ha battuto sulla correzione dei vari articoli riguardanti l’apertura dei pronto soccorso negli ospedali delle zone disagiate come Muravera, Sorgono, Isili, Bosa, La Maddalena e Ghilarza.

Sono stati affrontati, poi, i presunti equivoci sul ruolo che avranno gli ospedali di Lanusei, Tempio, Alghero, Nuoro e ancora La Maddalena:

  • Lanusei avrà di fatto le funzioni di primo livello, con la conferma degli attuali reparti più qualcuno nuovo. Ma per avere il titolo vero e proprio (che però sarebbe di fatto solo un’etichetta, il conto giusto e da fare è invece sui reparti) bisognerà trovare una soluzione che vada bene anche al ministero della salute.
  • Per Tempio sarà spiegato ancora meglio il ruolo che avrà rispetto all’ospedale di Olbia e al futuro Mater. In ogni caso non sarà subalterno a nessuno dei due e avrà la sua autonomia.
  • Alghero sarà un primo livello nel limbo: dovrà aspettare che si concluda il monitoraggio di sei mesi per ottenere la promozione. Nel frattempo avrà un reparto di terapia semintensiva (per farla semplice è appena un gradino sotto la rianimazione) e opererà in «piena collaborazione» e quindi non sarà sottomesso all’ospedale capofila della provincia di Sassari, che è l’Azienda universitaria.
  • Per Nuoroil consigliere regionale dei Rossomori, Emilio Usula, ha insistito molto perché il San Francesco sia riconosciuto nella mappa come «snodo principale del terzo polo sanitario, quello della Sardegna centrale». Qualche sindaco ha dato man forte alla richiesta, sostenuta tra l’altro con quanto avrebbe deciso la Puglia per i suoi ospedali in deroga alle direttive del ministero. Però è difficile che alla fine al San Francesco possa essere riconosciuto – com’è scritto ora nella bozza – qualcosa in più del primo livello ma che comunque sarà «molto, molto potenziato», ha confermato l’assessore Arru.
  • Per La Maddalena, il sindaco Luca Montella, (unico – al momento – ad affrontare la spinosa questione sanità isolana), ha insistito molto sul Punto Nascita del Paolo Merlo. Riaprirlo, però, sarà impossibile visto che il Ministero Lorenzin non ha concesso neanche una deroga alle strutture con meno di 100 parti in un anno, com’è quello di La Maddalena. Però la Regione (senza mai chiedere alcuna proroga al Ministero) – ha assicurato che con l’elisoccorso e l’Agenzia delle emergenze-urgenze a regime, è questioni di mesi, tutti gli standard di sicurezza saranno comunque garantiti.

La conferenza dei capigruppo, infine – dopo gli ultimi  accordi –  ha confermato che la riforma comincerà a essere discussa martedì prossimo. Poi ci saranno due giorni per presentare gli emendamenti.

Ma leggiamo bene cosa dice il famoso Decreto Balducci – (Vedi) –  sulla costituzione dei Presidi Ospedalieri delle zone disagiate:

Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera

Gli   standard   qualitativi,   strutturali,   tecnologici   e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza ospedaliera sono individuati nell’Allegato 1  che  costituisce  parte  integrante  del presente decreto. Le regioni provvedono, entro tre mesi dalla data di  entrata  in vigore del presente decreto, ad adottare il provvedimento generale di programmazione  di  riduzione  della  dotazione   dei   posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente  a  carico  del  Servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a  3,7  posti  letto (p.l.) per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto  per  mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, nonche’ i relativi provvedimenti attuativi, garantendo, entro il triennio  di attuazione  del  patto  per  la  salute  2014-2016,  il   progressivo adeguamento agli standard di cui al presente decreto, in coerenza con le risorse programmate per il Servizio sanitario  nazionale  (SSN)  e nell’ambito della  propria  autonomia  organizzativa  nell’erogazione delle  prestazioni  incluse  nei  Livelli  essenziali  di  assistenza sanitaria (LEA), di cui al decreto del Presidente del  Consiglio  dei ministri 29 novembre 2001, e successive modificazioni.

Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate (Rif. Art. 9.2.2All. 1)

Le regioni e le provincie autonome di Trento e di  Bolzano  possono prevedere  presidi  ospedalieri  di  base  per  zone  particolarmente disagiate, distanti piu’ di 90 minuti  dai  centri  hub  o  spoke  di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi  devono essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o  di formale documentazione tecnica disponibile.

Per centri hub and  spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014-2016.

Tali situazioni esistono in  molte  regioni  italiane  per  presidi situati in  aree  considerate  geograficamente  e  meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano  con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente  dilatazione  dei tempi, oppure in ambiente insulare.

Nella definizione di tali  aree  deve  essere  tenuto  conto  della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate.

In tali presidi ospedalieri  occorre  garantire  una  attivita’  di pronto soccorso  con  la  conseguente  disponibilita’  dei  necessari servizi di supporto, attivita’ di medicina  interna  e  di  chirurgia generale ridotta.

Essi sono strutture a basso  volume  di  attivita’, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza  delle  prestazioni, il mantenimento delle competenze  professionali  e  gli  investimenti richiesti da una sanita’ moderna.

Tali strutture devono essere integrate nella  rete  ospedaliera  di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di:

  • un reparto di 20 posti letto  di  medicina  generale  con  un proprio organico di medici e infermieri;
  • una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente  in  Week  Surgery  con  la  possibilita’  di appoggio  nei  letti  di  medicina  (obiettivo  massimo  di  70%   di occupazione  dei  posti  letto  per  avere  disponibilita’  dei  casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilita’, per il restante orario, da  parte dell’equipe chirurgica  garantisce  un  supporto  specifico  in  casi risolvibili in loco;
  • un pronto soccorso presidiato da un organico medico  dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella  disciplina  specifica  cosi’ come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia  d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista  organizzativo,  integrata  alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo.

E’ organizzata in particolare la possibilita’ di eseguire  indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub  o  spoke  piu’  vicino,  indagini  laboratoristiche  in   pronto soccorso. E’ predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spoke o hub. E’ prevista la presenza di una  emoteca.  Il  personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale  hub  o  spoke  piu’ vicino.

La domanda che tutti si pongono, però, è:

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Che fine ha fatto il Distretto delle Piccole Isole di La Maddalena e Carloforte?

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Con la nuova figura di Presidio Ospedaliero di Area Disagiata, le difficoltà sofferentemente denunciate dalla nostra Comunità Isolana, (palesemente monca di alcun supporto politico), ora non può più cogliere la mano allungata dalla Ministra Lorenzin in visita a La Maddalena qualche settimana fa, che ha detto:

  • Non abbiamo mai ricevuto una richiesta di deroga dalla Regione…
  • Abbiamo aiutato tanti casi come questo e se la Regione ce lo chiede aiuteremo anche La Maddalena

La Regione Sardegna, dunque, continua a fare orecchie da mercante e al momento le cose stanno in questo modo:

Il presidio Ospedaliero di La Maddalena, garantirà solamente:

  • Un Pronto Soccorso con i necessari servizi di supporto
  • una attività di Medicina interna
  • una Chirurgia generale ridotta.

La struttura è considerata – quindi – di basso volume di attività e sarà gestita attraverso funzioni chirurgiche non d’emergenza, perché con numeri di casi insufficienti per garantire la sicurezza delle prestazioni e il mantenimento delle competenze professionali.

Rischio derivante:

  • Riduzione di tutta l’attività Sanitaria sin ora garantita
  • Riduzione del personale da impiegare altrove…

E quì: si chiude l’Ospedale!

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Ma nel frattempo, però, qualcuno continua a muoversi per il proprio territorio…

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FORZA ITALIA – per modificare la riforma della rete ospedaliera sarda – ha presentato subito i suoi emendamenti, dimenticandosi di La Maddalena:

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  • Un presidio ospedaliero di primo livello per le strutture di Alghero-Ozieri, includendo Ittiri e Thiesi con reparti di lungodegenza
  • un hub pediatrico a Sassari, con il mantenimento degli attuali posti letto e del Pronto soccorso pediatrico
  • un’unità operativa complessa di gastroenterologia a Olbia
  • la conferma dell’ospedale Marino di Alghero con riabilitazione e lungodegenza
  • un centro urgenza ictus a Ozieri.

La ricetta degli azzurri – illustrata sabato mattina a Sassari dai due consiglieri regionali Antonello Peru e Marco Tedde (ex sindaco di Alghero) – sarà presentata così con un pacchetto di emendamenti alla riforma della Giunta Pigliaru.

La riforma proposta dalla giunta Pigliaru non funziona. Non produce risparmi, non rende efficiente il sistema sanitario, non introduce soluzioni per le lunghe liste d’attesa, per lo sblocco delle assunzioni, e accentra le strutture sui due poli di Cagliari e Sassari, scoprendo il resto dell’immenso territorio sardo e penalizzando in particolar modo il nord ovest dell’isola”, ha sostenuto Peru.

La riforma costruita da Pigliaru e dall’assessore Arru non tiene conto del contesto territoriale e sociale sardo e produce una sperequazione di una gravità enorme, avvantaggiando il sud Sardegna e condannando il resto dell’isola alla mancanza di servizi sanitari, alla carenza di strutture, a spostamenti che non possono essere ammessi quando si parla di tutelare la salute dei cittadini”, ha spiegato l’ex sindaco di Alghero Tedde.

Per il coordinatore cittadino di Forza Italia, Manuel Alivesi, “le nuove linee guida generate dalla riforma Pigliaru determinano accentramento dei servizi e peggiorano una situazione già critica, specialmente nel nord ovest Sardegna”.

E per La Maddalena – dunque – nessuno spreca il suo tempo: 

  • il centro destra si serve di noi solamente in campagna elettorale… raccontando un mucchio di cazzate…
  • il centrosinistra, totalmente assente, si nasconde dietro il solito dito della conveniente distrazione farcita da supercazzole di tutti i colori… continuando a decidere su questa Sanità colabrodo senza tante preoccupazioni…

(Alberto Tinteri)

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