Il miracolo del gonfalone
da La Nuova Sardegna
Nelle mani delle suore
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LA MADDALENA – Ha lavorato per giorni senza sosta, con il capo chino sul gonfalone consunto dal tempo. Suor Elena, ago e fili pregiati in mano, punto su punto, ha restaurato in modo certosino il prezioso stendardo donato al Comune alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso dall’Istituto San Vincenzo.
Sbiadito, macchiato e lacerato in alcuni punti ora fa bella mostra di sé nel salone consiliare: il leone, stemma araldico della Maddalena, è tornato a vigilare sulla città dalla cima dello scoglio impresso nello stemma.
«Abbiamo reso un ulteriore omaggio alla Maddalena in occasione delle celebrazioni per i 250 anni dalla sua fondazione – spiega suor Elena – All’inizio ho temuto di non essere in grado di ridare vitalità all’usura: il gonfalone era in pessime condizioni, ad esempio, mancavano alcune frange e altre erano state pinzate con punti metallici. Erano anni che non prendevo in mano ago e filo, ma da ragazza ricamavo dalle Orsoline. Così abbiamo setacciato le mercerie per recuperare fili dorati, argentati, di seta. È stato un lavoro lungo e faticoso, ma alla fine siamo riuscite a ridonare alla comunità un’opera d’arte realizzata una sessantina di anni fa da suor Agnese».
Suor Agnese, all’anagrafe Giacomina Nieddu, è nata alla Maddalena 82 anni fa. Era maestra di ricamo all’Istituto San Vincenzo, una vera istituzione. Oggi vive a Nulvi, il mese scorso ha festeggiato 60 anni di vita consacrata. Nel 1959 realizzò il gonfalone in otto mesi insieme a un’educanda.
Suor Letizia Marras, il nome di battesimo è Maria Antonia, è la memoria storica della “famiglia vincenziana” isolana: 40 dei suoi 50 anni di vita consacrata li ha trascorsi nella struttura maddalenina.
Per la città è un’istituzione. «Siamo presenti nella comunità dal 1903 – racconta con orgoglio – E in vari modi: con le scuole dell’infanzia e delle elementari, ad esempio, supportate da un valido gruppo di insegnanti laiche. Sosteniamo la scuola cattolica che accoglie i giovani. Attraverso il teatro e altre forme di socializzazione comunichiamo loro a tutto tondo i valori della vita. Uno dei primi insegnamenti? Promuovere il senso civico, l’altruismo e la condivisione dei valori, anche attraverso la conoscenza del territorio, il rispetto e l’amore per la propria città».
La carità è un altro perno sul quale poggia la vita delle suore vincenziane. «Facciamo carità intesa a largo raggio – spiega Suor Letizia – Un’attenzione particolare è rivolta alle persone deboli e svantaggiate, puntiamo a renderle consapevoli delle loro capacità per aprire le loro vite a prospettive migliori. Insomma, li aiutiamo a riscoprire la loro dignità. Il nostro sostegno non si limita a fare elemosina, certo, aiutiamo anche quanti sono in difficoltà economiche, ma puntiamo a formare le nuove generazioni con insegnamenti che ruotano intorno ai principi della condivisione. Oggi, come oltre un secolo fa, il nostro Istituto continua ad essere un punto di riferimento per molti maddalenini, e questo ci riempie di orgoglio».
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