POLITICA

Club Méd, tutto pronto in Regione

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LA MADDALENA – La Regione Sardegna ha preparato tutte le carte per mandare a gara il sito dell’ex Club Mèd di Caprera ma l’amministrazione comunale non ha adeguato gli strumenti urbanistici ed il sito non può essere portato a bando.

L’area del Club Mèdafferma il Consigliere di opposizione Mauro Bittuè, insieme all’arsenale, un’area fondamentale per la riconversione economica dell’isola”.

L’esponente locale del PD ricorda che “lo strumento approvato dall’amministrazione Comiti prevedeva tutti gli aspetti per portare a termine l’iter ma l’amministrazione Montella lo ha fatto scadere”.

Ecco perché, (conclude Bittu), la Regione non può mandare in gara il Club Mèd”.

Ma dal 2006, bisogna ricordarlo, il Club Mèd versava nelle casse della Regione 210 mila euro di canone. Un costo che la società francese era certa di poter sostenere dopo aver chiesto di trasformare il villaggio di capanne in hotel a 5 stelle. Una riqualificazione da 40 milioni di euro, fortemente voluta dal direttore generale del Med, Henri Giscard d’Estaing, (figlio dell’ex presidente Valery), che avrebbe indubbiamente potenziato anche l’economia locale.

Il progetto, però, presentato ai tempi della giunta di Renato Soru (PD) e poi riproposto in altre quattro versioni, si è arenato negli uffici dell’assessorato all’Urbanistica e lì è rimasto anche per tutti i 5 anni della legislatura di Ugo Cappellacci (FI).

Dopo aver tentato più volte di sbloccare la situazione, il Club Med ha deciso per l’addio.

Ed è proprio la lentezza della macchina burocratica sarda e l’assenza di volontà politica di sostenere la riqualificazione di questa importante struttura per l’economia maddalenina, ha spinto il gruppo francese ad abbandonare. Altri investimenti, peraltro, erano stati ipotizzati anche nel resto della Sardegna: una ad Orosei e una nel cagliaritano.

Se lo strumento urbanistico è decadutointerviene l’assessore Gianluca Cataldivuol dire che la Regione Sardegna è obbligata a concordare con il comune ogni singolo intervento, proprio perché su ogni sito (club med, punta rossa, fari, arsenale, etc…), sarà necessario coopianificare con il comune e non ci potranno essere decisioni calate dall’alto. La scusa dello strumento proposto dall’ex assessore Bittu, come oggi sostiene, non regge…”

“Su Caprera – conclude Cataldi – serve ora un piano complessivo di sviluppo. Ripartiamo da quello che possiamo fare e non perdiamo altro tempo sul passato… peraltro inascoltato dallo stesso governo di centrosinistra… che sostiene Bittu“.

 

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