CRONACA ED EVENTI

La Maddalena: una giustizia incompiuta.

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LA MADDALENA – Dopo il flop giudiziario di Roma, anche per il Tribunale di Tempio chi ha commesso quell’autentico scempio ambientale, nel fondale dello specchio di mare davanti all’ex Arsenale militare di Moneta, non verrà punito.

Almeno da questo processo i maddalenini si aspettavano tanto, a cominciare dal giusto risarcimento dopo la grande illusione del G8 per la vergogna delle opere rimaste incompiute.

Resta perciò l’amarezza di una Giustizia incompiuta e di un Tribunale che impiega – (vergonosamente)  -quattro anni per notificare correttamente gli atti alle parti in giudizio, procurando così l’inevitabile estinzione del reato per prescrizione.

Ed è stata così dichiarata inammissibile anche la costituzione di parte civile da parte del Comune di La Maddalena: Reati ambientali prescritti.

Al momento resta in piedi solo l’accusa di peculato per 6 dei 14 indagati iniziali, per i quali ora deciderà – sull’eventuale rinvio a giudizio – il gup di Roma.

Anche il Presidente Pigliaru interviene sulla vicenda, dicendo che le bonifiche all’ex Arsenale si faranno comunque, a prescindere da questa giustizia negata, ma i fondi per sanare il disastro del mancato G8 ci sono.

Il Comune maddalenino non demorde e parte al contrattacco: «Solleciteremo la Procura affinché, con una nuova indagine, contesti agli indagati il reato di disastro ambientale in questi capi d’imputazione non prevista, reato che ha una prescrizione più lunga. Questo per rendere giustizia alla Maddalena», dice l’avvocato Ragnedda.

Indignato anche il sindaco Luca Montella che dice: «Non riuscire a celebrare un processo ci dà un senso di impotenza. La Procura generale sarà sollecitata presto per il reato di disastro».

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