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25 Aprile. L’Esercito abbandona la Cerimonia monopolizzata dall’ANPI

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LA MADDALENA – E’ accaduto ieri a Viterbo. Durante le celebrazioni istituzionali per il 25 aprile. Subito dopo gli Onori ai Caduti resi con le solenni note di tromba del Silenzio militare, gli appartenenti all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, vecchi e nuovi – hanno scandito in coro, insieme ad alcuni politici, la canzone partigiana “Bella Ciao”, peraltro fischiata da alcuni cittadini presenti.

Secondo quanto riportato dalla stampa di Viterbo (“Il primato Nazionale”), il Presidente dell’associazione Partigiani d’Italia, Enrico Mezzetti, 75enne, quindi nato nel 1944 e “resistente in fasce”, una volta salito sul pulpito ha dato sfogo a un vero comizio elettorale in cui, per ben 25 minuti, ha parlato di razzismo, populismo, Salvini e tutto ciò che esula dalla storia della resistenza partigiana, arrivando addirittura ad affermare che, secondo alcuni studi, sembrerebbe che i militari “americani e non americani” impegnati in Afghanistan abbiano ucciso più civili che talebani.

Prima che il presidente dell’Anpi finisse il suo intervento politico, un uomo sulla sessantina si è staccato dal gruppo delle altre Associazioni Combattentistiche presenti ed è andato dritto verso Enrico Mezzetti contestandolo duramente.

Immediato l’intervento della Digos con un poliziotto che indossava un fazzoletto simile a quello portato dai partigiani, che ha subito afferrato e allontanato il contestatore.

Contestualmente a questa surreale vicenda, il responsabile militare della cerimonia, il Generale di Brigata Paolo Riccó, attuale Comandante del Reparto di volo dell’Aviazione dell’Esercito di Viterbo, con estrema compostezza ha salutato il Questore, il Sindaco e il Presidente della Provincia, ordinando al picchetto interforze che aveva reso gli onori alla cerimonia, di abbandonare la manifestazione, seguendolo a piedi con il resto del personale di rappresentanza.

Quando il rispetto dei Caduti viene oltraggiato da vaneggianti comizi politici contro la memoria dei morti, anche se in una giornata istituzionalmente e obbligatoriamente celebrata dalle Forze Armate, da “Bella Ciao” si è costretti a passare a “Ciao Belli” …così come ha fatto il Generale.

Perciò, in molti hanno commentato:Anziché criticare il Salvini di turno per aver “disertato” le manifestazioni del 25 aprile, lo Stato dovrebbe domandarsi se è realmente il caso di continuare a gettare nel ridicolo le proprie istituzioni, ostinandosi a partecipare a queste “feste dell’Unità – politiche” che, di anno in anno, non fanno altro che dividere l’Italia della gente comune…”

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(N.D.R.) Per non dimenticare…

“…come componente decisiva della Resistenza italiana, desidero ricordare i tanti militari che, catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre, rifiutarono l’onta di servire sotto la bandiera di Salò e dell’esercito occupante e preferirono l’internamento nei campi di prigionia nazisti. Seicentomila: un numero imponente che fa riflettere sulla decisa prevalenza del senso di onor di Patria rispetto al fascismo fra gli appartenenti alle Forze Armate. Quasi cinquantamila di questi morirono nei lager in Germania, di stenti o per le violenze.”

Sergio Mattarella, 25 aprile 2019

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