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Bisogna distinguere la Privacy con la Satira

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A qualcuno non piace la Satira… ma piace mettersi in mostra

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LA MADDALENA – Quando il nostro organismo ha poca serotonina (e/o troppo cortisolo), la mente resta in allerta e tende ad attribuire significati negativi agli eventi, gettandoci nel cattivo umore.

Se siamo di cattivo umore, quindi, e continuiamo a pensare agli errori commessi oppure al futuro incerto, alle nostre paure, alle frasi o alle situazioni che ci hanno turbato, sicuramente il malessere rimane e ci sentiamo perciò di malumore.

In questo caso, dunque, sarebbe opportuno non partecipare attivamente alla vita sociale mostrandoci in bella evidenza… se poi però non accettiamo le risposte scherzose degli altri.

La vita sociale di oggi, sempre più impone un modello partecipato possibilmente fatto di buon umore. Si tratta di un’azione sociale condivisa all’interno dello stesso sistema sociale. E per partecipazione alla vita sociale, quindi, “si intende una determinata posizione nel sistema sociale e lo svolgimento di un’attività conforme al relativo ruolo, entro i margini più o meno ampi che la maggior parte dei ruoli lasciano all’interpretazione individuale”.

Tutti i cittadini, così come accade in questa era moderna, rafforzano, valorizzano e danno continuità alla loro partecipazione sociale, soprattutto attraverso i social, la comunicazione diretta e/o altri mezzi di comunicazione  come Facebook, Wathapp, internet in genere, etc.

La privacy è invece qualcosa che riguarda tutti noi da vicino, bisogna quindi avere ben chiaro in quali casi con il nostro comportamento rischiamo di danneggiarci o di fare qualcosa di illecito, o quando subiamo un torto in questo senso.

Ad esempio:

  • Spiare i messaggi Whatsapp (rete privata) nel cellulare del nostro partner è un reato?
  • Se un nostro vicino ci controlla spesso dalla finestra lo possiamo denunciare?
  • Se qualcuno pubblica le nostre foto su Facebook sta facendo qualcosa di illecito?

Innanzitutto, il diritto alla privacy si riferisce alla volontà di mantenere segreti i nostri dati personali, è quindi legato al concetto di riservatezza.

Ma cosa si intende per dati personali? – Sono le informazioni inerenti un individuo e si possono dividere in diverse categorie:

  • identificativi: come dice il nome stesso, servono a identificare una persona, e sono quindi il nome, il cognome, l’indirizzo di residenza, il numero di cellulare, la targa della macchina, e le foto.
  • sensibili: informazioni relative all’origine razziale ed etnica, il credo religioso, le convinzioni filosofiche, le opinioni politiche, l’adesione a sindacati o partiti, l’orientamento sessuale e lo stato di salute.
  • giudiziari: inerenti ai procedimenti penali a carico dell’individui.

Però fate attenzione: se voi, come spesso avviene, pubblicate sui social o su qualsiasi altro mezzo di comunicazione pubblica i vostri dati e le vostre foto, sappiate che le state rendendo pubbliche, quindi ritenete che tali informazioni non rientrano nella vostra privacy.

La definizione di satira, quindi, va dettagliata sia rispetto alla categoria della comicità, del carnevalesco, dell’umorismo, dell’ironia e del sarcasmo, con cui peraltro condivide molti aspetti:

  • con il comico condivide la ricerca del ridicolo nella descrizione di fatti e persone.
  • con il carnevalesco condivide la componente “corrosiva” e scherzosa con cui denunciare impunemente.
  • con l’umorismo condivide la ricerca del paradossale e dello straniamento con cui produce spunti di riflessione morale.
  • con l’ironia condivide il metodo socratico di descrizione antifrasticamente decostruttiva.
  • con il sarcasmo condivide il ricorso peraltro limitato a modalità amare e scanzonate con cui mette in discussione ogni autorità costituita.

Essa si esprime in una zona comunicativa “di confine“, infatti ha in genere un contenuto etico normalmente ascrivibile all’autore, ma invoca e ottiene generalmente la condivisione generale, facendo appello alle inclinazioni popolari; anche per questo spesso ne sono oggetto privilegiato personaggi della vita pubblica che si evidenziano nella vita politica comune o che occupano posizioni di potere.

Chi di propria volontà si propone nella vita politica e/o sociale, dunque, si rende persona pubblica e non può contestare la “Satira”.

Queste stesse caratteristiche sono state sottolineate dalla Corte di Cassazione – (Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006) – che si è sentita in dovere di dare una definizione giuridica di cosa debba intendersi per satira:

«È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, (cioè: “corregge i costumi ridendo”) – ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene

Lo scopo della satira è essenzialmente quello di porsi in maniera critica su determinate situazioni e si occupa specialmente di temi di carattere sociale, come la politica, la religione, il sesso e anche la morte, quindi, è un diritto costituzionale che in Italia è garantito dagli articoli 21 e 33 della Carta.

Concludendo, se vi sentite partecipi alla vita sociale politica e mediatica in genere della vostra società, in cui peraltro vi ponente in chiara evidenza, non ve la prendete “a male”… se poi qualcuno vi coinvolge nella Satira: è solo un modo comune di scherzare e di partecipare, mantenendo sempre il buon umore.

Pace & Bene – Alberto Tinteri

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