POLITICA

Buffagni: “Passaporto sanitario? I Governatori usino più cervello”. Solinas: “Anche i viceministri”

.

LA MADDALENA – Intervistato da L’Unione Sarda, circa l’iniziativa da parte del Governatore Cristian Solinas, di adottare un passaporto sanitario per chi accede in Sardegna, il Prof. Massimo Galli – primario di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano – ha così commentato: “Il passaporto sanitario o certificato di negatività… serve solo a complicare la vita, proponendo qualcosa di poco realizzabile che non ha senso. Rende tutto più difficile e rende anche meno attrattive le Regioni. Mi sembra una soluzione né sostenibile scientificamente, né sostenibile praticamente, né particolarmente utilel’unico modo è attrezzarsi in modo da riconoscere eventuali focolai, rafforzare la medicina territoriale e trovare un sistema non facile di monitoraggio degli ospiti. Sapere chi arriva, dove va e cosa fa, una sorta di Grande Fratello. E’ l’eterna lotta tra l’esigenza di riaprire e garantire il turismo e altre considerazioni. Può essere utile una richiesta di attenzione e collaborazione ai villeggianti…Se passeremo un estate tranquilla è difficile dirlo ora, tanto ancora dobbiamo conoscere di questo virus. Credo che a metà giugno capiremo se questa prima grande ‘botta’ è stata sufficiente, se quello che abbiamo fatto per fermarla può bastare…

Ma è ancora botta e risposta con il Governo sul tema del certificato di negatività richiesto dalla Sardegna per l’accesso all’Isola.

Ho letto del passaporto sanitario – ha commentato il vice ministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagnie credo che qualche presidente di Regione debba usare meno la bocca e di più il cervelloIn questa fase bisogna fidarsi della scienza. Mi auguro che si possa partire tutti insieme il 3 giugno, ma non dipende da me”…

Immediata la replica di Solinas: “L’affermazione di Buffagni ha un valore universale condivisibile. Credo si possa ben applicare anche ai viceministri, anche se non è scientificamente né tanto meno politicamente provato che l’utilizzo del cervello da parte di alcuni possa migliorare la qualità delle loro dichiarazioni”.

.

.

.