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Un Sardo su cinque, tra i 50 e i 59 anni, non è vaccinato: “Si pentono quando è troppo tardi”

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CAGLIARI – Sono ancora troppi i non vaccinati in Sardegna, soprattutto in una fascia d’età molto delicata.

La piattaforma di Poste italiane, scelta dalla Regione per le prenotazioni, riporta che i sardi tra i 50 e i 59 anni sono 266.068, ma che ad aver ricevuto almeno una dose sono stati 217.099, pari all’81,59%. Di questi, 190.446 (71,57%) hanno avuto anche la seconda. Dunque, non hanno mai fatto il vaccino 48.969 sardi tra i 50 e i 59 anni: quasi uno su cinque.

Lo rende noto oggi il quotidiano L’Unione Sarda.

Quella tra i 50 e i 59 anni è la fascia d’età che più affolla le nostre terapie intensive e i reparti ordinari Covid”, dice il prof. Sergio Marracini, direttore sanitario del Presidio unico ospedaliero che comprende anche gli ospedali cagliaritani (Santissima Trinità e Businco) che ospitano i contagiati dal SarsCov-2. “I cinquantenni – aggiunge – pagano di più anche in termini di vittime. Per la gran parte, sono spaventati dalle notizie dei rarissimi casi di reazioni avverse e finisce che una parte di loro viene a morire da noi, in ospedale. Ormai non contiamo più quanti pazienti si sono pentiti quando erano ormai intubati o con il casco per l’ossigeno, nelle nostre Rianimazioni o reparti Covid: sono disperati, maledicono se stessi per essersi fatti convincere a rifiutare il vaccino. Noi tentiamo di salvarli, ma non sempre è possibile. Chi guarisce, in diversi casi ne porta i segni”.

Un’emergenza che non riguarda solo la Sardegna ma tutta l’Italia. “In tutta l’Italia – ha detto il generale Francesco Figliuolol’80% della popolazione è vaccinata, ma ci sono un 1.800.00 persone nella fascia d’età 50-59 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose: è l’equivalente degli abitanti di Milano e di Bologna messi insieme”.

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I No Vax, addirittura, “nelle chat  parlavano anche di azioni violente”

Inoltre, viene pubblicato, che la Polizia sta eseguendo una serie di perquisizioni a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia nei confronti di appartenenti ai movimenti anti vaccini.

Su un gruppo Telegram, avevano parlato della possibilità di compiere azioni violente – anche con armi – nel corso delle manifestazioni contro i provvedimenti del governo. In particolare durante un raduno previsto a Roma.

Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale. Oltre alle abitazioni degli indagati, i controlli hanno riguardato pc, cellulari, tablet e account social.

Solo a Milano, una delle città al centro dell’operazione, le perquisizioni operate dalla Digos sono state otto.

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