Il Tribunale di Milano dichiara illegittima la sospensione senza stipendio degli OSS
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La Legge è uguale per tutti?
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MILANO – Importantissima sentenza del Tribunale di Milano, che ha sancito l’illegittimità dei licenziamenti degli Operatori Socio-Sanitari, ribaltando così il giudizio delle precedenti sentenze contrarie ai lavoratori per questi casi.
Non un provvedimento d’urgenza ma prima vera e propria sentenza di merito quindi, una pronuncia definitiva che ha statuito l’illegittimità della sospensione ed il pagamento delle retribuzioni arretrate.
Lo scrive oggi l’Agenzia “pressenza-International press agency” – (vedi).
La Sentenza è la n. 2135/2021 del Tribunale del lavoro di Milano che ha definito illegittima la sospensione dal lavoro da parte del datore di lavoro in forza dell’art. 2087 c.c.
“Il caso – dichiara l’avvocato Mauro Sandri – è uno dei primi che si è profilato in termini di sospensione di operatori sanitari, tutti ricorderanno la sentenza di Belluno, quando 5 operatori sanitari OSS vennero sospesi da una cooperativa, fecero il ricorso, persero rovinosamente quel ricorso. Il mainstream amplificò l’esito di quella sentenza arrivando a dire che era inutile fare questi ricorsi “contro i provvedimenti di sospensione dei datori dal lavoro. Quella sentenza venne poi purtroppo emulata negativamente da altri tribunali, tra cui: Modena, Verona. Si era creata pertanto, una giurisprudenza, che riteneva di autorizzare i datori di lavoro privati a sospendere i loro dipendenti anche e indipendentemente dal fatto che successivamente fosse uscita una nuova legge. Io stesso avevo impugnato numerosi provvedimenti e in sede di sospensiva era sempre stata rigettata la mia richiesta di sospendere i provvedimenti di sospensione. Si è questa volta invece discusso la causa nel merito, vale a dire non più con provvedimento provvisorio, e la sentenza è stata clamorosamente positiva, perché ha statuito la illegittimità della sospensione. Questo è un ricorso da lavoro, finalizzato alla reintegra nel posto di lavoro. Perché la sospensione determina l’espulsione del dipendente dal luogo di lavoro. Quindi viene chiesta la reintegrazione nel posto di lavoro e il pagamento degli stipendi anche arretrati.”
Nelle prossime ore la pubblicazione del testo della sentenza.
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