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ISS. Contro i ricoveri e i decessi il vaccino è efficace al 95%. Fauci: la 3^ dose aumenta la protezione 44 volte

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ROMA(ANSA) – Arrivano nuove conferme sull’efficacia del vaccino per ridurre i rischi dell’infezione da Covid-19. Le ha diramate l’Istituto superiore di sanità, nel report di sorveglianza che completa il consueto monitoraggio settimanale sull’epidemia in Italia.

Secondo questi ultimi dati Iss, i vaccini prevengono l’infezione nel 77,2% dei casi, mentre l’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione è del 92,6%. Inoltre, il vaccino è efficace contro i ricoveri in terapia intensiva e i decessi al 94,9%

Analizzando il numero dei ricoveri in intensiva e dei decessi negli over 80 si osserva poi che negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben 11 volte più basso dei non vaccinati e il tasso di decesso è 13 volte più alto nei non vaccinati.

Altra riprova dell’efficacia delle vaccinazioni arriva da una stima dell’agenzia Reuters, che ha comunicato che le morti legate al Covid nel mondo hanno superato i 5milioni, sottolineando che la variante Delta sta colpendo particolarmente coloro che non sono vaccinati.

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Fauci: “Con la terza dose la protezione aumenta fino a 44 volte”

FIRENZE Con la terza dose di vaccino la protezione contro il Covid aumenta fino a 44 volte. Lo dice l’immunologo USA Anthony Fauci collegato in video al Congresso dei medici internisti Fadoi, a Firenze.

A 15 giorni dalla somministrazione della terza dose del vaccino Modernaafferma Faucirispetto a più varianti possiamo vedere un aumento della protezione di 23 volte rispetto alla mutazione D614G (la prima rilevante rispetto al ceppo originario di Wuhan), di 32 rispetto alla mutazione B.1.351 (sudafricana) e di 44 volte rispetto alla mutazione P.1 (brasiliana). Dati simili a quelli rilevati per il booster Pfizer e indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione da forme gravi e infezioni“.

La trasmissibilità della variante Delta, continua, “è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti. Negli Stati Uniti questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all’81% per Moderna e dall’85 al 75% per Pfizer“.

Quanto agli effetti del Long Covid “ci sono anche condizioni post Covid-19 riconducibili alla disfunzione residua degli organi, dovuta dal danno, come quello polmonare, che porta ad anomalie della funzione. Tuttavia dal 15 al 30% circa di individui ha una persistenza di segni e sintomi, da settimane a mesi, che non sono completamente spiegabili. Alcuni di quelli riportati come Long Covid sono affaticamento estremo, a volte debilitante, inspiegabile mancanza di respiro, dolori muscolari, disautonomia (malfunzionamento del sistema nervoso) caratterizzata da sbalzi della temperatura e tachicardia inspiegabile, disturbi del sonno, depressione e ansia, e una condizione molto curiosa denominata ‘nebbia del cervello’, che provoca nelle persone difficoltà a focalizzare o concentrare i propri pensieri“.

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