Deve operarsi a Roma per un tumore. Imbarco negato a Olbia, nonostante prima dose e tampone negativo

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Assurdo e vergognoso!

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OLBIA – Doveva andare a Roma, all’ospedale Gemelli, ad operarsi per un tumore. Così, con il certificato della prima dose di vaccino fatta tre giorni prima e un tampone con esito negativo effettuato il giorno stesso della partenza, una donna cagliaritana in attesa di Green pass rafforzato si è recata ad Olbia per prendere il traghetto destinazione Civitavecchia. Ma le è stato negato l’imbarco perché sui mezzi di trasporto è obbligatorio il Super Green pass, valido solo a partire dal 15esimo giorno successivo alla prima dose di vaccino. Così l’importante operazione è saltata.

Lo racconta il marito Giuseppe a L’Unione Sarda, su tutte le furie: “Aveva un intervento urgente mercoledì 12 gennaio. Noi avevamo fatto il vaccino il 7 e non essendo ancora trascorsi i 15 giorni per l’arrivo della certificazione abbiamo ottenuto dal nostro medico un certificato che attestava come lei ed io, accompagnatore visto che lei è invalida al 100%, potessimo partire.

Niente da fare invece. Il 10 gennaio arrivano al porto di Olbia, passano il primo controllo e poi i due arrivano all’imbarco: “Ci hanno chiesto il Green pass, sostenendo che quello che avevamo non bastava. Ci hanno mandato alla biglietteria, di lì al comandante e poi di nuovo alla biglietteria. Si sono fatte le 22, alla fine non ci hanno fatto partire. Eppure prima di andare ad Olbia per sicurezza avevamo fatto anche il tampone”.

Risultato, i due hanno preso la macchina e sono tornati a Cagliari: “Mia moglie ha fatto tutto il viaggio in lacrime. Siamo segregati: da Roma a Milano posso andare in macchina, ma dalla Sardegna? Questa è discriminazione”.

Questa è la dimostrazione che, al di là delle opinioni sui no vax e sul super green pass, c’è un problema Isole. Ora la donna dovrà attendere la seconda dose il 4 febbraio, poi potrà partire: “Non sta bene fisicamente e psicologicamente, è preoccupata e un paziente non deve subire questa situazione. Vedendola mi vergogno di essere italiano”.

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Ma per motivi di salute non era stata concessa la deroga?

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