Dal 1 Febbraio niente Green Pass nelle strutture Sanitarie. Ma non tutti lo sanno
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LA MADDALENA – Lo ha deciso il Governo allentando le misure di sicurezza anti-covid con l’emanazione del DPCM – (VEDI: GU Serie Generale n.18 del 24-01-2022) – entrato in vigore il 1 febbraio u.s: Art.1 – (omissis), per le esigenze essenziali e primarie della persona per far fronte alle quali, nell’ambito dei servizi e delle attività che si svolgono al chiuso di cui al comma 1-bis, lettera b) del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229, non e’ richiesto il possesso di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all’art. 9, comma 2, del medesimo decreto-legge, sono le seguenti: b) esigenze di salute, per le quali e’ sempre consentito l’accesso per l’approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici e, comunque, alle strutture sanitarie e sociosanitarie di cui all’art. 8-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, nonchè a quelle veterinarie, per ogni finalità di prevenzione, diagnosi e cura, anche per gli accompagnatori, fermo restando quanto previsto dall’art. 2-bis del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52 per quanto riguarda la permanenza degli accompagnatori nei suddetti luoghi e dall’art. 7 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, per l’accesso dei visitatori a strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice…
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Riceviamo e pubblichiamo
IL FATTO – A quanto pare, però, dopo l’entrata in vigore di questo provvedimento, non tutti si sono accorti della nuove disposizioni normative che, peraltro, sono state largamente rese note attraverso la stampa e i media di informazione.
A raccontarci la sua esperienza, accaduta ieri – giovedì 3 febbraio, (a norma in vigore) – è una nostra concittadina che dovendo effettuare alcune visite specialistiche sanitarie si è recata presso l’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena. Ma non appena varcato l’accesso dell’Ufficio Tiket, la stessa veniva fermata dal personale addetto al controllo, che le chiedeva di esibire il Green Pass.
“A tale richiesta, – racconta la cittadina – ho risposto alla Guardia che i certificati sanitari, come da vigente normativa, possono essere trattati solo da personale incaricato dal Ministero della Salute e che lui avrebbe potuto chiedermelo solo se avesse avuto una delega in tal senso e, quindi, se fosse stato incaricato al trattamento al trattamento di questi dati. Inoltre, gli ho detto che avrebbe dovuto rilasciarmi l’informativa al quadro di fiducia all’interno del quale si collocano le procedure per la verifica dei dati contenuti all’interno del Green Pass (art. 9 DL 52).
La Guardia insisteva nel pretedere il Green Pass ed io gli ho anche ricordato che senza la suddetta delega rilasciata dal Ministero della Salute, il controllore può essere segnalato al Garante della Privacy e subire sanzioni elevatissime. Ho infine fatto presente alla Guardia che in virtù dell’Ultimo DPCM, entrato in vigore il 1 febbraio – (cioè già in vigore da 2 giorni prima) – non era più necessario esibire il Green Pass nelle strutture Sanitarie.
Ma la Guardia di tutta risposta, ha chiamato un suo collega con il quale mi hanno sbarrato l’accesso interponendosi davanti. A questo punto ho chiesto spiegazioni, chiedendogli chiaramente se mi stavano sbarrando la strada per non farmi entrare, e mi sono così diretta verso l’Ufficio Tiket, dove mi sono seduta in attesa di eseguire le mie operazioni.
Ma non finisce qui. Una delle Guardia si dirige verso lo sportello Tiket e dice all’impiegato di non servirmi. A questo punto avverto la Guardia di quanto stava facendo in violazione della legge, ma loro ignorano quanto da me lamentato e chiamano i Carabinieri. Contestualmente si presenta una terza Guardia che mi invita ripetutamente di uscire dall’Ospedale, invitandomi ad attendere i Carabinieri.
Insomma, tutta una scenata penosa, avvenuta in presenza anche di altre persone.
Poco dopo sono arrivati i Carabinieri i quali, constatati i fatti, hanno subito detto alle Guardia di farmi passare in quanto l’obbligo del Green Pass nelle strutture sanitarie era decaduto.
A questo punto, le Guardie si sono subito scusate in mille modi, sostenendo inoltre che nessuno aveva dato disposizioni in merito, neanche alla Direzione Sanitaria del Paolo Merlo.”
E dopo aver raccontato questo fatto, concludendo, la nostra concittadina ha detto: “Preferisco non aggiungere alcun commento ma mi riservo di trattare l’episodio in maniera più approfondita nelle sedi opportune”.
Errare humanum est… però documentiamoci, prima di creare disagi alle persone che vanno in Ospedale angosciate dai loro problemi…
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