Regione. Medici in affitto nei Pronto Soccorso sardi. Bufera sul maxi appalto dell’Ares
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Rassegna Stampa
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CAGLIARI – Bufera in Sardegna sul nuovo metodo di reclutamento del personale dei Pronto soccorso, operatori esterni al sistema sanitario che coprono i turni attivi nei presidi a corto di personale.
Oggi su L’Unione Sarda.
Un sistema diffuso in diverse parti d’Italia e da un anno anche nell’Isola, a Ghilarza, Bosa e Oristano, con la società vicentina Mst Group che si è aggiudicata l’appalto.
Meidici “in affitto”. «Siamo contrarissimi: innanzitutto perché non hanno una professionalità adeguata, e quindi non garantiscono l’assistenza dovuta ai pazienti; poi c’è il fattore economico, il costo per questi servizi è esorbitante, e le aziende sanitarie rischiano di andare in default. Ancora: questi medici mandati cambiano sempre, quindi non conoscono l’ospedale, la sua organizzazione, il funzionamento degli ambulatori, gli altri colleghi – spiega Salvatore Manca, in pensione dal San Martino e componente del direttivo nazionale della Simeu (società italiana della medicina di emergenza-urgenza). Questo servizio privato – già ampiamente contestato dai consiglieri d’opposizione – si estenderà pure agli ospedali di San Gavino, Tempio, Isili, Muravera, Lanusei, Nuoro, Sorgono, Carbonia e Iglesias, per il momento dal 1° luglio al 30 settembre, e per il costo dell’operazione l’impegno di spesa supera il milione e mezzo di euro, calcolando una remunerazione forfettaria di 80 euro all’ora più Iva.»
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, primo firmatario di un’interrogazione firmata anche da Pd, LeU e M5S, contesta il maxi-appalto, parla di rischio «privatizzazione della sanità sarda» e avverte: «Non può essere questa la soluzione alle carenze di organico, si facciano concorsi, rapidamente e in trasparenza».
Torna sulla questione anche l’assessore alla Sanità Mario Nieddu: «Oggi la nostra priorità è rafforzare un sistema stremato da oltre due anni di pandemia e con la prospettiva di un’estate che porterà nell’Isola un enorme numero di presenze. Non c’è alcuna privatizzazione della sanità pubblica, chi polemizza sulle nostre scelte lo fa in modo strumentale senza indicare alternative».
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