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ENRICO CAMBEDDA, “l’ultimo degli scalpellini”, scomparso oggi

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LA MADDALENA – Nato a La Maddalena il 30 dicembre 1930, inizia a lavorare all’età di 15 anni come “boccia” (aiuto scalpellino), esattamente nell’ottobre del 1945 nella cava di granito di Cala Francese.

Il suo primo incarico fu quello di aiuto fabbro nella forgia della grande cava; “aggiustava” i ferri per poi trasferirli agli scalpellini che lavoravano nei vari fronti di cava.

Le sue qualità innate lo portarono anche a realizzare qualche “tacco” (basolati stradali) e col tempo la sua predisposizione alla lavorazione del granito venne messa in risalto dal fatto che riusciva ad individuare il “filo” per il taglio in pioda dei massi. Il suo lavoro di scalpellino si interrompe nel 1951 quando dovette partire per fare il militare; rientrato dal servizio militare mentre si stava completando il bacino di carenaggio di Napoli, dove era in corso qualche licenziamento da parte della Soc. SEGIS. Parte con altre dieci persone alla volta dell’Isola d’Elba dove anche li vi erano delle cave di granito che iniziavano ad essere conosciute per la bontà della pietra.

Quello fu il momento che Enrico Cambedda iniziò a viaggiare, soprattutto durante il periodo primaverile ed estivo, andando a lavorare nelle cave in Piemonte, Francia e Svizzera, facendo qualche puntata lavorativa a La Maddalena durante il periodo invernale.

Ma è in Svizzera che conosce l’amore che lo accompagnerà per un lungo periodo della sua vita: una ragazza italiana che lavorava in una fabbrica dove erano impiegate 180 donne, conosciuta per caso e sposata in Svizzera a Polleggio nel 1964.

Enrico Cambedda è stato l’ultimo, assieme al custode storico Arnaldo Nattivi, a lavorare a Cala Francese.

Abbiamo il ricordo di una persona buona, umile e soprattutto di uno scultore che conosceva la pietra meglio di chiunque altro!

Tommaso Gamboni

Nanni Grondona

(Archivio Storico di Cava Francese)

R.i.P. Enrico…

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