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USB. “Solinas dichiari stato di emergenza sanitaria in Sardegna. Dimissioni dell’assessore Nieddu”

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CAGLIARI(ansa) – Per garantire il diritto alla salute e alle cure servono più assunzioni, stabilizzazioni, internalizzazioni dei servizi, scorrimento delle graduatorie e potenziamento degli ospedali pubblici.

Ne è sicuro il sindacato di Base Usb che questa mattina è sceso in piazza davanti all’assessorato della Sanità a Cagliari per una manifestazione di protesta nella quale ha anche chiesto al governatore Solinas di “dichiarare lo stato di emergenza sanitario regionale, per mettere in campo le Forze armate e la Croce rossa e fare fronte alle visite ordinarie e straordinarie“.

La sanità sarda è in corto circuitoha osservato Gianfranco Angioni in una conferenza stampaper questo motivo chiediamo un passo indietro all’assessore Nieddu, perché il suo è stato un completo fallimento. La carenza di personale si ripercuote sulla mancata assistenza e il problema delle mancate cure, liste attesa, sulle continue aggressioni verso il personale negli ospedali e nei pronto soccorso – aggiunge – basti pensare che in alcuni reparti il rapporto è tra un infermiere per 30 pazienti e un medico per 40 ricoverati. In certe terapie intensive si arriva anche a 4 pazienti per ogni infermiereproseguementre a Iglesias chiude il pronto soccorso e si verso lo smantellamento della sanità pubblica“.

Da qui la richiesta del sindacato alla Regione perché vengano emanate le linee guida per stabilizzare il personale reclutato con l’emergenza Covid e che ha maturato i 18 mesi. “Poi ci sono quelli che hanno maturato 36 mesi e hanno i requisiti previsti dalla legge Madiacontinua Angionima la Regione ha posto il vincolo del 50% idonei. Certo, servono anche risorse economiche: almeno 5 mln di euro“.

Infine un appello perché venga verificata “la legittimità di avere assegnato i posti letto Covid alle diverse strutture non Covid: non ci sono stanze separate, e personale non ha indennità specifiche. Bisogna intervenire“.

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