Bollette triplicate, le aziende sarde “Vicine al Baratro”. Le famiglie iniziano a staccare i frigoriferi
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RASSEGNA STAMPA
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Il grido di dolore di “Tutti”… altrochè Campagna Elettorale
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REDAZIONE – «La paura è tanta. Da non dormirci la notte». Michel Elias, amministratore della Casar, la più grande azienda di trasformazione dei pomodori dell’Isola, entra nei panni di qualsiasi imprenditore che in questi mesi vive il dramma del caro energia.
«In molti – dice Elias a L’Unione Sarda – forse saranno costretti presto a fermarsi, ma di sicuro nessuno vorrà arrivare a tanto. Per noi la stagione della raccolta è appena iniziata e le bollette arriveranno a settembre, ma ci aspettiamo quasi certamente una batosta che ci costringerà a rivoluzionare tutta la programmazione per l’anno prossimo, rivedere i prezzi di vendita e le strategie per restare sul mercato. Non so quanto potremo resistere in queste condizioni, ma è impensabile che in un paese moderno come il nostro non venga garantitala la sopravvivenza di imprese che da un mese all’altro si ritrovano travolte dai rincari».
L’impennata dei prezzi di gas ed energia elettrica fa tremare le gambe di tutte le aziende, anche di quelle più solide. Ne sa qualcosa Michela Contu, amministratrice di un’impresa di lavorazione di carni attiva nel cagliaritano con decine di dipendenti e un fatturato a otto cifre: «La bolletta di luglio ha sfiorato i 50mila euro, contro i 13mila a cui di solito siamo abituati. Una stangata ricevuta nonostante tutti gli sforzi per ridurre i consumi. Viviamo così in un limbo nel quale è difficile trovare soluzioni. Cambiare fornitore non serve, perché i listini sono simili, né tanto meno sperare in provvedimenti governativi una tantum che non rispondono alle nostre aspettative. Servono invece misure strutturali e concrete perché quella attuale è una situazione insostenibile e non potremo ammortizzare l’aumento dei costi a lungo senza dover ritoccare presto i prezzi al consumatore, o ridimensionare investimenti e organico. In gioco ci sono i destini di famiglie che avrebbero bisogno di risposte immediate, senza aspettare la fine della campagna elettorale e la formazione del nuovo Governo. Occorre agire subito, perché ogni giorno che passa è tempo perso».
Lo spettro delle bollette incombe su tutti i settori, anche quelli apparentemente meno “assetati” di energia. Walter Mureddu, a capo di una tra le più importanti cooperative dell’Oristanese, attiva nella produzione di carni, frutta e verdura, sfoga tutto il suo disagio: «Passare da 5mila a 18mila euro di bolletta vuol dire mettere in conto centinaia di migliaia di euro l’anno di costi extra. A queste condizioni non si può sopravvivere».
L’agroalimentare non si sente certo escluso dall’emergenza. Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di Tutela del pecorino Romano, si fa portavoce dei tanti caseifici isolani che hanno visto moltiplicare i conti energetici: «Parliamo di centinaia di migliaia di euro l’anno da recuperare. Un salasso che mette tanti imprenditori davanti a una scelta delicatissima. Aumentare i prezzi al consumatore è infatti diventato quasi indispensabile per restare vivi, ma se li si alza troppo si rischia di essere schiacciati dalla concorrenza. Insomma, siamo a un bivio e sbagliare strada potrebbe essere disastroso».
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Un problema che colpisce duramente le famiglie, la classe media.
«Come tiro avanti? Come Dio vuole». Silvia Marongiu, 39 anni, un marito e due figli adolescenti, vive (casa in affitto) ad Assemini, e pure stringendo la cinghia si considera ancora tra i fortunati. «Sarà poco, ma tra me e mio marito riusciamo a portare a casa 1.700 euro. Poco, adesso che tra bollette e spesa non rimane niente, ma conosco tanti che se la passano peggio».
Silvia lavora in una ditta di pulizie e adesso che la paga mensile non basta ha dovuto cercare un’occupazione in aggiunta. «La notte assisto una signora anziana. Mio marito lavora per una ditta di spedizioni, ma anche con il suo stipendio non ce la facciamo. Come faccio a far quadrare i conti se la bolletta della luce è passata da 130, 140 euro di un anno fa, a più di 300 euro? Non uso più il forno, ho ridotto le lavatrici, stiro il meno possibile, siamo morti di caldo perché ho limitato pure il deumidificatore, ma non cambia nulla. Cosa devo fare? Stiamo al buio in casa?».
Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, raccoglie ogni giorno storie di ordinaria disperazione. «Per far quadrare i conti le famiglie stanno rinunciando a curarsi e riducono la spesa alimentare. Sono le famiglie a pagare più di tutti l’aumento esponenziale del costo della vita. Sempre più famiglie non riescono a pagare la bolletta. C’è chi ci confida di aver dovuto staccare il frigorifero, o addirittura di non accendere la luce in casa».
(Oggi su L’Unione Sarda).
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