Pietro Aversano, vince la battaglia contro il Parco e realizza il suo sogno
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Una storia incredibile…
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REDAZIONE – Chiunque, a La Maddalena, ricorda – in tempi remoti – le tante raccolte di ostriche nelle acque dell’Arcipelago da parte dei vecchi maddalenini appassionati del nostro mare.
Ma non è stato così per il giovane Pietro Aversano.
Dopo 4 lunghi, sofferti e costosi anni, incredibilmente determinati da continui dinieghi burocratici da parte delle Autorità locali che gli hanno ripetutamente impedito di realizzare il suo futuro – il giovane Pietro è ora riuscito finalmente a coronare il sogno della sua vita, ma solo grazie alle decisioni finali di una pratica amministrativa interminabile, da parte dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna – (Valutazione di Incidenza Ambientale) – che gli ha riconosciuto in pieno il diritto – eliminando il vincolo ostativo dell’Ente Verde locale di coltivare nelle acque del Parco di La Maddalena le sue ostriche, frutto del meraviglioso mare maddalenino – (…il permesso non poteva essere rilasciato perchè l’imbarcazione utilizzata avrebbe inquinato (?) il mare…).
Incredibile.
Una lunga e penosa battaglia, che ha portato il giovane Pietro al più totale sconforto e delusione, per l’insistenza ostativa legata a tutti i dinieghi subiti che però solo grazie alla vicinanza e il conforto di pochi amici, ha fatto si che Pietro continuasse nella sua battaglia che, alla fine, gliene ha riconosciuto il merito.
“Il progetto di Pietro – spiega una sua amica, contenta e commossa – è un sogno che si avvera, il sogno di un giovane ragazzo scanzonato che, un po’ per passione, un po’ per necessità e un po’ per sfida, vuole ottenere ciò che alla maggior parte delle persone sembra impossibile. Lui vede nella sua passione il suo futuro e, il suo, e’ il sogno di chi non si piega, di chi non vuole arrendersi ai legacci della burocrazia, alla diffidenza dei disfattisti e di chi guarda con invidia al successo altrui. E invece, quello di Pietro, al di là di ogni retropensiero e pregiudizio personale, deve essere il sogno di ciascuno di noi, e’ il sogno di tutti coloro che vedono lontano, un esempio per tanti giovani che, senza arrendersi, devono trovare, nella passione e nella perseveranza, il segreto per arrivare lontano.
Puntare a qualcosa di nuovo, diverso e all’eccellenza, com’e il progetto di Pietro, vuol dire anche promuovere il nostro territorio, andare alla ricerca delle sue potenzialità nel rispetto delle sue peculiarità.
Per questo dobbiamo sostenere la sua impresa”.
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Le parole di Pietro Aversano…
“Salve… sono Pietro Aversano, un pescatore, un imprenditore, un visionario, un pioniere: ed ho una storia da raccontare ed una ancora da scrivere: la storia della prima ed unica produzione di ostriche nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.
Ma faccio un passo indietro:
Sono nato nel 1990 a La Maddalena, in Sardegna: un’isola nell’isola, un piccolo angolo di paradiso fatto di mare cristallino, scogli, spiagge, speranze, vento e gente di mare. Gente di mare come la mia famiglia, una delle prime famiglie che ha scelto di stabilirsi qui, da oltre cento anni per vivere dei frutti del mare, un DNA di pescatori e pionieri. Addirittura, un mio avo, soprannominato.
Il famoso Squarciò, che ha ispirato un film degli anni 50 del regista Gillo Pontecorvo “La grande strada azzurra”, è stato un omaggio alla nostra gente, ma anche a quest’arcipelago capace di togliere il sonno, per le sue bellezze senza tempo.
Sono il primo di tre figli e lavoro nell’impresa di famiglia, ogni giorno con la nostra barca ben equipaggiata e rifornita usciamo a pesca e il nostro pescato rifornisce il mercato civico locale e i migliori ristoranti della zona. Sono molto orgoglioso del mio lavoro ed ho sempre cercato di portare delle innovazioni, mirando all’eccellenza dei servizi offerti, infatti, col tempo oltre alla pesca ho implementato una attività di pesca turismo, per regalare ai nostri ospiti l’essenza di questo angolo di paradiso, con esperienze indimenticabili.
Terminati gli studi All’Istituto Tecnico Nautico, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Giurisprudenza, e perciò mi sono trasferito prima a Sassari e poi a Milano. L’isola in quel periodo mi stava stretta, volevo ampliare la mia visione, studiare e vedere nuove realtà più stimolanti.
Ma il richiamo dell’isola, come una sirena è stato più forte, ed ho deciso di farvi rientro, ben deciso e determinato a realizzare una attività imprenditoriale nella mia città, capace di realizzarmi, di creare nuovi posti di lavoro e un rilancio del territorio.
Lo stesso giorno del mio rientro tutti i pescatori erano stati invitati a partecipare ad un incontro informativo sulle novità promosse dall’U.E. per favorire e sostenere le nuove iniziative per lo sviluppo ecosostenibile nelle zone disagiate.
Sono uscito dalla riunione con un quaderno fitto di appunti ed una visione: un nuovo modello business legato alle attività del mare, un progetto innovativo, capace di dare sviluppo all’economia locale, nel rispetto della tradizione ma diverso dal classico sistema pesca; animato da un profondo rispetto per il mare e le coste, come da sempre ho imparato, il mio progetto doveva servire anche per proteggere e valorizzare l’ambienta naturale, il mio mondo, la mia casa.
Non solo: il mio allevamento sarebbe nato nelle acque cristalline del Parco Nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena!
Avevo già in mente la zona dove poteva realizzarsi il tutto, la conoscevo sin da bambino, perché i miei nonni mi avevano raccontato che li andavano a raccogliere le ostriche dagli scogli, dove vi crescevano in modo naturale.
La zona è una area di mare di circa 50.000 metri quadri, compresa tra l’isola madre e l’isola di Caprera, cioè l’Isola di Garibaldi, l’Eroe dei due Mondi! Perfetta per il mio Allevamento.
Mi sembrava di sentire già la ruvidità delle valve delle mie ostriche, la resistenza che oppongono prima di dischiudersi e rivelare il sapore e la voluttuosità del loro prezioso contenuto: è possibile racchiudere in un guscio il gusto di un tramonto sul mare, delle onde che sferzano sugli scogli, la storia millenaria di un’isola, la sensazione del sale che brucia gli occhi e la freschezza nelle acque smeraldine.
E’ possibile fermare il tempo assaporando un’ostrica fresca?
Per me era assolutamente possibile.
Ho studiato in modo approfondito la materia, ragionando soprattutto su come la mia attività potesse armonizzarsi perfettamente con l’ecosistema delicato del mare. Un sistema già un po’ sofferente per il carico antropico presente, soprattutto durante l’alta stagione turistica. Ed ancora una volta la natura stessa mi è venuta incontro: abbinare all’allevamento dei molluschi bivalvi la coltura delle Spugne di Mare, anche esse abili nello svolgere l’azione di filtro delle acque salate.
Infatti il mio progetto contempla una produzione di spugne naturali di alta qualità, destinate al mercato della cosmesi e del benessere naturale.
Il progetto è ambizioso ed articolato, non è un semplice allevamento ma un vero e proprio sistema virtuoso innescato all’interno del Parco Marino. Comprende attività produttive e turistiche esperienziali, attività di ripristino dell’ambiente marino , riciclo dei materiali di scarto e molto importante attività di sviluppo e ricerca scientifica, in collaborazione con l’Università e l’ente Parco Nazionale.
Ma, mai come in questo caso è vero il detto, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. E non il mare cristallino, ma un mare di burocrazia, problematiche tecniche e ostacoli deliberatamente innalzati al fine di farmi desistere. Per ogni problema ho cercato di trovare una soluzione, avvalendomi di tecnici e consulenti, che hanno capito la mia determinazione e volontà di non lasciare che il mio progetto imprenditoriale naufragasse -sprofondasse negli abissi- ancora prima di vedere la luce.
Potrei dilungarmi a lungo nell’elencare tutte le difficoltà, i dinieghi, a volte totalmente inspiegabili, le battaglie legali e le spese che mi sono dovuto sobbarcare, durante questi quattro lunghi anni dall’inizio dell’iter ad oggi. Scontrandomi con l’ottusità di alcune persone, che nel loro ruolo istituzionale invece avrebbero dovuto sostenere e supportare un progetto di tale portata per il territorio e la popolazione , ma per quante persone mi ostacolassero, altrettante invece mi supportavano e mi affiancavano.
Mi piace pensare perciò che il mio progetto abbia risvegliato molte coscienze e sia servito ad ispirazione di chi come me lotta per ciò in cui crede e mira in alto.
Ed ora con tutte le Autorizzazioni in mano, non rimpiango un secondo del tempo speso a lottare per realizzare il mio sogno: le lunghe camminate notturne al porto, i pianti, la musica nelle orecchie, la speranza, la vita, la voglia di cambiare, di aiutare, di costruire un futuro sono le basi di questo sogno che ormai è un progetto di vera imprenditoria giovanile!
E da questo momento è questa la storia che voglio scrivere per il futuro: “L’Ostricoltura La Maddalena di Pietro Aversano”.
“Mangiando le ostriche con quel forte sapore di mare e quel leggero sapore metallico, che il vino ghiacciato cancellava lasciando solo il sapore di mare e il tessuto succulento, e mentre bevevo da ogni valva il liquido freddo e lo innaffiavo col frizzante sapore del vino, quella sensazione di vuoto sparì e cominciai ad essere felice e fare progetti.” (cit. Ernest Hemingway)
Purtroppo, giunto alle inevitabili difficoltà economiche sostenute dall’interminabile caso, Pietro ora si trova costretto a chiedere un sostegno a quanti lo vorranno aiutare, con una raccolta fondi pubblicata sulla piattaforma “gofundime”, per poter portare avanti il suo tanto sofferto Vivaio di Ostriche maddalenine:
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