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Addio al Capitano di Vascello (CP) Paolo Muner

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Ufficiale della Guardia Costiera, divenne giornalista.
Martedì l’ultimo saluto a Trieste

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REDAZIONE – A La Maddalena ha insegnato per diversi anni presso la Scuola Sottufficiali M.M., ed ha anche assunto diversi incarichi presso Marisardegna in qualità di Aiutante di Bandiera degli Ammiragli Comandanti. Persona molto stimata e apprezzata anche da molti maddalenini, si è sempre distinto da Gran Signore.

Il Comandante Paolo Muner, Ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, triestino, ha trascorso lunghi periodi in Albania: nel 1992 è stato Comandante in 2^ del 22° Gruppo Navale, Comandante la Prima Squadriglia della Guardia Costiera (Durazzo/Valona) e Comandante del Reparto Comando Marina Durazzo. Negli anni 2001/2003, è stato Capo Sezione Forze Navali e Capo Progetto per la Guardia Costiera Albanese, presso la Delegazione Italiana di Esperti (Tirana). Diplomato Capitano di Lungo Corso, Laureato in Scienze Politiche (indirizzo internazionale), giornalista pubblicista, dopo aver lasciato il servizio attivo, si è dedicato, tra l’altro, a ricerche storiche di soggetto albanese.

Padroneggiava la lingua Albanese e aveva iniziato un lavoro di ricerca e traduzione sulla storia dell’Albania e del suo popolo, specie nei tanti legami con Trieste e l’Istria.

Studioso e scrittore, Muner teneva frequentemente conferenze all’Università di Trieste, Venezia Ca’ Foscari, Capodistria, Scutari e Durazzo, sui diversi temi della navigazione, ma non solo. Nelle Sue ricerche spesso coinvolgeva le radici linguistiche, la poesia e la letteratura albanese.

Il Comandante Paolo Muner, all’età di 79 anni, ci ha improvvisamente lasciati il 31 dicembre scorso, a Trieste, per una polmonite bilaterale. Il funerale, per amici e conoscenti, si terrà martedì 9 gennaio alle ore 10, nella Chiesa di Nostra Signora di Sion – (via Don Minzoni).

Sentite e profonde Condoglianze alla Famiglia, dalla comunità militare e civile di La Maddalena, che ricorda il Comandante Paolo Muner con immenso affetto.

(Alberto Tinteri)

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