Arsenale. Pacco al buio per la Regione

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ESPOSTO DEL DEPUTATO DI UNIDOS ALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE DA PARTE DI GENTILONI E PIGLIARU

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CAGLIARI – “Dopo l’accordo propaganda per La Maddalena è l’ora del contratto al buio. Lo ha firmato la regione insieme a protezione civile e Mita resort, alla vigilia di capodanno, il 27 dicembre a palazzo Chigi, a telecamere spente e taccuini riposti.

Un vero e proprio contratto dove emerge un dato su tutto: la regione accetta a scatola chiusa il pacco La Maddalena. Lo mette nero su bianco e in maniera esplicita: Il dipartimento della Protezione civile e la Regione rinunciano irrevocabilmente e definitivamente ad ogni eccezione relativa allo stato dei luoghi , delle strutture, degli impianti e dei beni ricadenti all’interno del compendio come consegnati e al relativo stato manutentivo!

Tutto questo ha un duplice significato: dello stato reale dei luoghi e quindi delle mancate bonifiche a mare la regione non sa niente e soprattutto se ne fa carico a scatola chiusa così come della situazione delle strutture.

Nessun richiamo al fatto che il sito sia stato gravemente compromesso anche da un incendio che aveva interessato le strutture centrali e la devastazione di cui ho ampiamente dato dimostrazione della parte principale del compound.

Tutto questo viene omesso anzi definitivamente archiviato per passare per sempre tra gli oneri costosi di cui la regione dovrà farsi carico. A guadagnarci a piene mani è la società del presidente dell’Eni Emma Marcegaglia che da questa operazione porta a casa ben 21 milioni di euro.

A prescindere dall’essere dovuto o meno, e su questo esistono fondate perplessità, resta un dato di fatto: si tratta di un gravissimo danno erariale commesso dalla protezione civile e quindi dal governo e dalla giunta regionale:

Da una parte la risoluzione di un contratto per negligenza dei soggetti preposti, protezione civile, ha provocato un danno erariale allo stato di 21 milioni di euro

dall’altra la regione acquisisce un bene senza valutarne preventivamente il reale valore al netto di danni e inquinamento”.

Lo ha annunciato il deputato di Unidos Mauro Pili che ieri mattina ha divulgato la transazione firmata il 27 dicembre scorso a palazzo Chigi tra Regione, Mita e protezione civile.

Era fin troppo evidente che l’accordo propaganda prenatalizio da parte di Gentiloni e Pigliaru, con soldi riciclati e inesistenti, fosse solo un paravento per nascondere la transazione vergognosa firmata alla vigilia di Capodanno.

L’obiettivo ora è evidente: scaricare ad occhi chiusi alla regione un bene abbandonato, senza bonifiche e devastato da assenza totale di manutenzione e regalare alla società del presidente dell’Eni 21 milioni di euro. Quei fondi destinati alle bonifiche riciclati e per molti versi inutilizzabili nei tempi, risultano dunque uno stanziamento campato per aria visto che la regione accetta il bene così com’è senza niente eccepire sullo stato dei luoghi e delle manutenzioni. Era stata proprio la società della Marcegaglia a sostenere l’inutilizzabilità del bene per mancate bonifiche e quant’altro e ora, invece, la regione se ne fa carico con i soldi dei sardi. Alla società intestata all’atto della firma del primo contratto a Emma Marcegaglia vanno 21 milioni di euro, alla Sardegna un bene che gli spettava di diritto in base all’art.14 dello Statuto e che, invece, gli viene ceduto con oneri incalcolabili e senza il loro minimo accertamento. Per questa ragioneha concluso Pili ho deciso di trasmettere tutti i documenti alla Procura della Corte dei conti per verificare se negli atti compiuti dalla regione e dalla protezione civile si possa configurare un grave danno erariale. Per legge e per principio chi inquina paga, in Sardegna no. Lo Stato inquina, paga a piene mani i momentanei fruitori del bene e scarica sulla regione oneri e inquinamenti. E’ giusto che chi ha compiuto questi disastri se ne assuma la piena responsabilità, a partire da quella erariale”.

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