Corruzione e voto di scambio: il sistema dell’accozzo che infetta la Sardegna
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CAGLIARI – Entravano in cabina elettorale, votavano Valerio De Giorgi e poi fotografavano la scheda e mandavano la foto al loro politico di riferimento. I dodici sostenitori del leader di Sardegna Forte in Consiglio regionale, indagati per voto di scambio, erano disposti a violare la legge pur di entrare nelle grazie del potente luogotenente della Guardia di Finanza. Lui, dal canto suo, poteva permettersi di promettere posti di lavoro, progressioni di carriera alla Regione e finanziamenti di attività d’impresa perché, a quanto pare, poteva contare su una importante rete di contatti e di amicizie.
È un esempio del potere più becero che ammorba la Sardegna, quello che emerge dal procedimento per tentata truffa, corruzione e voto di scambio che martedì scorso ha portato agli arresti domiciliari il consigliere regionale Valerio De Giorgi, il suo portaborse Marco Pili e l’imprenditore edile Corrado Deiana. Il sistema che in barba a qualsiasi principio meritocratico lega i posti di lavoro, gli avanzamenti in carriera e le opportunità imprenditoriali all’accozzo e alla raccomandazione del politico di turno.
Oltre ai reati di tentata truffa e di corruzione l’imprenditore Deiana è chiamato a rispondere anche del reato voto di scambio. Indagate per questo reato ci sono – come detto – altre dodici persone, i cui nomi sono stati fatti oggi dal quotidiano L’Unione Sarda. Alcune di loro – in base alle accuse il pm Giangiacomo Pilia, titolare dell’inchiesta – avrebbero mandato al politico la fotografia dalla scheda elettorale per dimostrare di avere effettivamente votato per lui.
Si tratta di Samuel Atzeni (43 anni, di Cagliari); Fabrizio Filippini, Emanuele Mattana (50 anni, di Quartucciu); Enrico Ibba (47 anni, di Quartu); Antonio Mostallino (48 anni, di Assemini); Marianna Sperindeo (44 anni, di Cagliari); Giuseppe Casu (54 anni, di Quartucciu); Valentino Mulas (49 anni, di Monastir), Martina Foddis (33 anni, di Quartucciu); Michele Sandokan Ortodosso (45 anni, di Cagliari); Giovanni Pistidda (49 anni, di Quartucciu); Anna Carla Fortini (63 anni, di Villamassargia).
In base alla ricostruzione de L’Unione Sarda gli indagati avrebbero votato De Giorgi per avere in cambio un posto di lavoro, non necessariamente per sé stessi ma anche per parenti stretti. In un caso il voto di scambio sarebbe legato a una progressione di carriera all’interno dell’amministrazione regionale. Il consigliere regionale, stando al quotidiano cagliaritano, si sarebbe prodigato anche per sostenere altri candidati a lui vicini in altre tornate elettorali. Tra questi spiccerebbe il nome del consigliere comunale Marcello Polastri, risultato eletto nel Consiglio comunale di Cagliari con 304 preferenze.
Oltre il voto di scambio, il troncone principale dell’inchiesta è però legato ad un emendamento di modifica del Piano Casa che De Giorgi avrebbe presentato con lo scopo di permettere all’imprenditore Deiana di realizzare dodici appartamenti (di cui quattro, secondo il pm, sarebbero stati destinati alla moglie e alla cognata di De Giorgi). Infine l’ultima parte dell’inchiesta riguarda la Pro Loco Città di Cagliari: nel mirino del pm contributi per 650 mila euro destinati alla neonata associazione fondata dallo stesso De Giorgi e presieduta dalla sua ex cognata.
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