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Covid. Il tasso di mortalità tra i non vaccinati è 15 volte più alto

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ROMA – Il tasso di mortalità per i non vaccinati è cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e 15 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster. Lo riporta oggi L’Unione Sarda, sulla base del nuovo report dell’Istituto superiore di sanità, che integra il monitoraggio settimanale sull’epidemia in Italia stilato da Iss e ministero della Salute. Il report indica anche i numeri: le vittime tra i non vaccinati ogni 100mila abitanti sono 96, quelle con con ciclo completo da meno di 120 giorni 19 e quelle con booster 7. Il report evidenzia inoltre come nelle fasce d’età 0-9 e 10-19 anni si registra il più alto tasso di incidenza di casi Covid a 14 giorni, pari rispettivamente a 1.424 e 1437 per 100.000 abitanti, mentre nella fascia di età 70-79 anni si registra il valore più basso, 471 casi per 100.000 abitanti.

Dall’inizio dell’epidemia, sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata 2.966.901 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 15.200 ospedalizzati, 350 ricoverati in terapia intensiva e 50 deceduti.

Per quanto riguarda lo stato della pandemia nel nostro Paese, gli esperti sottolineano che dopo il picco dell’ondata di Omicron registrato a inizio anno, è attualmente in corso in tutta Italia una nuova, rapida diffusione dei casi di Covid.

Al punto che – come rilevato dall’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) – in due giorni si rileva la crescita di almeno il 10% in 78 province su 107, probabilmente sulla spinta della nuova sotto-variante di Omicron; la curva degli ingressi nelle terapie intensive sta frenando la discesa e si prepara a crescere, e frena anche la discesa della curva dei decessi. 

“I risultati dell’analisi dei dati dell’epidemia di SarsCov2 aggiornati all’11 marzo mostrano una rapida diffusione del contagio su tutto il territorio nazionale”, rileva l’esperto. A livello nazionale – sottolinea ancora Sebastiani -, la curva media della percentuale dei positivi ai test molecolari sale dal 9.5% circa di otto giorni fa a circa l’11.5%. Frena la discesa la curva dei decessi e quella degli ingressi giornalieri in terapia intensiva, e l’analisi delle differenze settimanali indica che quest’ultima curva dovrebbe iniziare a crescere già dal 12 marzo“.

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