POLITICA

Deiana va alla Port Authority

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L’Assessore lascia la Regione senza rendere i conti 

del suo contestatissimo operato

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CAGLIARI – L’imminente nomina dell’assessore Massimo Deiana ai vertici della Port Authority della Sardegna e la giostra sulle nomination del suo successore alla guida dell’Assessorato più discusso e criticato della Regione, non possono farci seppellire o dimenticare il problema ancora aperto dei collegamenti marittimi con le isole minori di La Maddalena e San Pietro.

L’assessore Deiana, prima di prendere il largo verso più comodi approdi, deve venire in commissione per rendicontare in maniera compiuta l’anno di prova del servizio di cabataggio marittimo affidato, a seguito della privatizzazione della Saremar, alla società di navigazione Delcomar dell’armatore Franco Del giudice.

È necessario che la IV commissione, competente anche in materia di trasporti, venga informata con estrema completezza di questo anno di esercizio – considerato di prova- che ancora mantiene aperte serie criticità: insoddisfazione e lamentele da parte dell’utenza e malessere tra gli ex marittimi Saremar, non tutti riassorbiti o inquadrati con contratti a termine.

Un caso, quello del personale, ancora da definire e di cui si sta occupando (con lentezza e difficoltà) l’Assessorato al lavoro tramite l’Aspal dopo l’assegnazione delle risorse (oltre 3 milioni di euro stanziati dal Consiglio regionale) per la sistemazione dei lavoratori esclusi dal nuovo gestore dei collegamenti.

Il costo eccessivo delle tratte e la mancata estensione del riconoscimento a tutti i sardi della cosiddetta tariffa residenti rimangono ancora problemi insoluti ai quali Deiana e i suoi uffici hanno fatto, più volte, orecchie da mercante, così come non è mai stata data spiegazione del perché sia stata fatta una gara al ribasso che ci ha fatto perdere oltre 2 milioni di euro di finanziamento statale – (11.600.000 contributo attuale del servizio anziché 13.800.000 erogazione prevista).

Deiana prima di andare via deve venire in commissione a presentare il rendiconto di questo primo anno di esercizio perché vogliamo capire se esistono margini di miglioramento, per sensibili riduzioni tariffarie e garanzie per i lavoratori che a tutt’oggi sono assunti a tempo determinato.

Pierfranco Zanchetta

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