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Ecomafia in Sardegna. Legambiente: dai rifiuti al cemento

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Rassegna Stampa

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REDAZIONELa Sardegna è all’8° posto tra le regioni italiane nel rapporto “Ecomafia 2022” presentatoieri a Cagliari da Legambiente. Alla base della valutazione ci sono illeciti nel ciclo dei rifiuti, abusivismo edilizio, reati contro il patrimonio archeologico e contro la fauna.

I numeri dell’illegalità ambientale si riferiscono i dati del 2021 e si basano sulle informazioni trasmesse da tutte le forze dell’ordine.

Nel dettaglio, sono 1.387 i reati accertati di cui:

  • 359 nel ciclo dei rifiuti;
  • 345 in quello del cemento;
  • 271 riguardavano la fauna;
  • 293 il ciclo degli incendi;
  • 99 quelli contro il patrimonio archeologico. 

In particolare, l’indicazione sugli archeo-reati pone l’Isola al secondo posto a livello nazionale dopo il Lazio con la provincia di Sassari, con la Gallura, al primo posto. «Si tratta di reati di sottrazione di beni archeologici commessi da tombaroli o furti d’arte – ha sottolineato Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – ma il maggior numero di illeciti si concentra nel ciclo dei rifiuti con 3.232 persone denunciate, 24 ordinanze di custodia cautelare e 422 sequestri».

È la provincia di Cagliari in questo settore quella maggiormente interessata (199 casi), seguita da Sassari e da Sud Sardegna, Carbonia e Medio Campidano.

L’Isola, nonostante appaia ancora esente dal fenomeno della criminalità organizzata, «presenta comunque dei settori ad alto rischio, come lo smaltimento dei rifiuti e il ciclo del cemento, sia dal punto di vista delle proprietà immobiliari che nelle infiltrazioni», ha detto Luigi Patronaggio, procuratore generale di Cagliari. «La Sardegna – ha evidenziato – ha delle criticità localizzate, per esempio tutto il Nord a partire dalla Costa Smeralda per quello che concerne gli abusi edilizi».

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