Fedele Sanciu indagato. Altri 5 nei guai

Rassegna Stampa – La Nuova Sardegna

Sotto la lente il Terminal Crociere del Porto di Olbia

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La struttura, mai realizzata, doveva accogliere i turisti in arrivo con i giganti del mare a Olbia Per i magistrati la gara per l’assegnazione dell’appalto aveva criteri che favorivano una sola impresa

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sanciuOLBIAFedele Sanciu, ex senatore di Forza Italia e già commissario straordinario dell’Autorità portuale di Olbia, il capo dell’ufficio tecnico Bastiano Deledda e altre quattro persone tra impresari e professionisti sono finite nella mega indagine avviata dalla procura della Repubblica Firenze sui “grandi appalti” d’Italia. La tranche isolana che riguarda i sei, indagati per turbativa d’asta e favoreggiamento personale, è relativa al progetto di realizzare, sui moli dell’Isola Bianca di Olbia, un terminal crociere.

Stando alle indagini portate avanti dallo scorso anno da tre magistrati della procura fiorentina e dai carabinieri del Ros Toscana i sei si sarebbero accordati per assegnare l’appalto per la progettazione del terminal crociera a imprese collegate a Stefano Perotti, un ingegnere con entratura al ministero delle Infrastrutture, il quale con la complicità di Francesco Cavallo, l’architetto olandese ma naturalizzato italiano Willem Brower e al collega Giorgio Mor, avrebbero dovuto curare la parte tecnica e la direzione dei lavori una volta avviata la realizzazione del terminal.

Un progetto, questo, che non ha mai visto la luce essendo stato bollato come “non indispensabile” per migliorare e incrementare la ricettività del primo porto del Nord Sardegna, quello di Olbia. La gara per l’appalto del terminal crociere – uno degli obiettivi che diversi commissari di Port Autority sognano d’inserire nella brouchure che illustra offerte e servizi dei loro approdi – venne messa nero su bianco nel 2011, ma si concretizzò, stando alle intercettazioni operate dal Ros di Firenze, tra il marzo e l’aprile del 2014. Fu allora che Stefano Perotti, Giorgio Mor e Willem Brower avrebbero stilato il bando di gara, inserendo «criteri selettivi per la partecipazione calibrati sulle caratteristiche di Perotti e Mor», scrivono i magistrati nei decreti di perquisizione e gli avvisi di garanzia che, ieri mattina all’alba sono stati consegnati ai sei indagati della tranche sarda.

Il tutto, sempre attenendosi agli atti d’indagine, «previa intesa con Sanciu e Deledda alla redazione del predetto bando di gara». Una buccia di banana giudiziaria sulla quale sono scivolati i sei personaggi finiti inconsapevolmente nel mirino dei carabinieri del Ros di Firenze. I quali indagavano sulle connivenze che si erano venute a creare (dopo quelle svelate dalla prima inchiesta sui grandi appalti, quelli gestiti dalla “Cricca della Ferratella” guidada dall’ex manager di Stato Angelo Balducci) negli appalti di Stato (dalla Tav alla mitologica e inconclusa autostrada Salerno-Reggio Calabria) affidati al dirigente (poi consulente esterno) delle Infrastrutture Ercole Incalza. Il quale intratteneva rapporti d’affari con gli imprenditori Francesco Cavallo e Stefano Perotti.

Anche la Sardegna è stata al centro degli interessi della struttura di missione del ministero della infrastrutture guidata per 14 anni da Ercole Incalza. Il quale è rimasto sulla poltrona romana superando indenne il cambio di ben sette governi e cinque ministri di ogni schieramento politico. Il primo tra i quali fu il forzista Pietro Lunardi, che progetto la ristrutturazione (con ampliamento da diecimila metri quadri) della sede dello Yacht Club della Costa Smeralda. Indagando su Ercole Incalza e i suoi soci gli investigatori si resero conto che l’interesse dei tre sfiorava l’isola, con la realizzazione del Terminal Crociere i cui presunti accordi sottobanco vennero individuati grazie alle microspie e alle intercettazioni telefoniche attivate sul gruppo di indagati. ieri mattina sono scattate le perquisizioni nella sede olbiese dell’Autorità Portuale, nelle abitazioni private e negli uffici di diversi degli indagati, che ora sono in attesa d’essere sentiti dai magistrati inquirenti.

Per truccare la gara d’appalto per la progettazione del Terminal Crociere era bastato indicare, tra i criteri di massima, quelli più attinenti ai professionisti e all’impresa che si sarebbe dovuto aggiudicare la gara d’appalto. Per la serie “ti piace vincere facile”, come recita uno slogan per gratta e vinci. Solo che qui, gratta gratta, ci sarebbe stato da racimolare prebende per tutti, compresi coloro che “sponsorizzavano” dalle terrazze romane l’operazione in terra sarda. Nulla di nuovo: è già accaduto con l’ ex arsenale di La Maddalena, luogo deputato a promuovere il rilancio in chiave turistica dell’isola madre dell’arcipelago.

Un investimento da 428milioni di euro che cade letteralmente a pezzi. Anche quella del G8 a La Maddalena era una grande opera, finita al macero.

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