Festa del Lavoro, ma non per tutti i sardi. In Sardegna calano gli occupati
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16mila in meno in tre anni
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REDAZIONE – Non per tutti il Primo maggio è la Festa del Lavoro, soprattutto per i lavoratori indipendenti il cui totale nel 2022 non ha ancora raggiunto il livello pre-Covid. Lo scrive oggi L’Unione Sarda.
Snocciolando i dati relativi all’occupazione nell’Isola, Confartigianato Sardegna apre un report intitolato “Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze della Sardegna”, realizzato su dati Istat nel triennio 2019-2022.
Secondo il dossier, in Sardegna sono 566mila gli occupati, numero ancora inferiore di 16mila unità (-2,7%) rispetto ai 582mila del 2019, risultato che posiziona l’Isola al penultimo posto nel ranking nazionale. L’ultimo anno preso in considerazione (2021-2022) tuttavia segna un recupero, con 3 mila unità in più (+0,5%). Tra le 5 province sarde, solo 2 superano i livelli occupazionali pre-crisi: Cagliari (+1,7%) e Nuoro (+0,5%); al contrario restano ancora sotto i livelli 2019 performando peggio della media regionale Sud Sardegna (-3,2%), Oristano (-3,4%) e Sassari (-7,3%).
POCO DA FESTEGGIARE – «Questi dati dicono che, purtroppo, e ancora una volta, il Primo maggio in Sardegna non potrà essere la Festa di tutti i lavoratori – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – non potranno festeggiare le 16mila donne e uomini che hanno perso l’impiego, non riescono a trovarlo, hanno dovuto chiudere l’azienda e non riescono a trovare una nuova via imprenditoriale».
«I numeri ci ricordano anche come una leggera ripresa si sia vista proprio negli ultimi 2 anni – prosegue Lai – con l’intervento pubblico, con le garanzie finanziarie statali, i “Sostegni” e i “Ristori”, e con il Superbonus e gli altri bonus che nel mercato del “sistema casa”, tra imprese dirette e indotto, interessando la quasi totalità delle attività artigiane, hanno creato lavoro e immesso una notevole quantità di liquidità».
INDIPENDENTI E DIPENDENTI – Nel percorso del recupero dell’occupazione pre-pandemia, non ancora concluso per la nostra regione, la componente che ha risentito maggiormente dello shock è quella dei lavoratori indipendenti. Sono 138 mila nel 2022 gli indipendenti – imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, etc. – pari a poco meno di un occupato su 4 (il 24,3% dell’occupazione totale), in calo rispetto al 2019 di 6 mila unità (-4,3%). A livello provinciale riduzioni più consistenti, rispetto al 2019, si rilevano per gli indipendenti di Oristano (-16,9%), Sassari (-14,4%) e Sud Sardegna (-4,5%).
All’opposto dinamiche positive di recupero 2019-2022 si osservano per Nuoro (+2,4%) e Cagliari (+14,1%). I dipendenti, che sono 429mila e che rappresentano il 75,7% dell’occupazione complessiva, diversamente dal trend nazionale, rispetto al 2019, scendono di 10mila unità (-2,2%), posizionando la nostra regione penultima nel ranking con le altre 19 regioni.
La dinamica dell’occupazione dipendente è determinata dalla tenuta dell’occupazione a tempo indeterminato (+0,2% sul 2019) e da un calo consistente delle figure a tempo determinato (-10,1%).
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