Filomena Marturano a La Maddalena
La vera Filumena Maturano era Olbiese
.
LA MADDALENA – È stata girata il 13 agosto alle 21,30 al teatro all’aperto «I Colmi» di La Maddalena dal Collettivo Teatrale Elicriso, la prima della commedia “Filumena Marturano” di Eduardo de Filippo, tradotta, adattata e diretta da Gian Carlo Tusceri, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni di rito, per la modifica originale dell’opera.
La commedia si svolge all’inizio degli anni ’50, che evidenzia il sentimento “eroico” di una madre, già prostituta, che ambisce mediante una truffa a dare un cognome di rango ai suoi tre figli. L’ambiente è quello maddalenino e alla sua parlata dialettale: Piticchia, con la sua nota casa di tolleranza, Moneta, i Capanneddhi, u Compulu, il bar Madrau, il negozio di alimentari di zi Rusina Parrucchià, Cala Gavetta, Piazza du Marcatu, a Rineddha, tutte località isolane che vengono fatte riemergere nell’opera adatta da Giancarlo Tusceri dalle nebbie del passato.
.
Ma chi era realmente Filumena Marturiano?
Per il portale di informazione Gallurese, Olbia.it, la vera Filumena Marturano non si chiamava Luisa De Filippo, bensì Evelina Buselli ed era nata e vissuta ad Olbia.
.
Da questa storia – come tutti sanno – nasce la commedia teatrale in tre atti scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo. È una delle opere più famose del commediografo napoletano, apprezzate anche dal pubblico e dalla critica internazionale. Dalla commedia fu tratto prima il film omonimo (1951), diretto e interpretato da Eduardo stesso e da sua sorella Titina, poi la versione televisiva (1962) con Regina Bianchi nella parte della protagonista Filumena. Infine, nel 1964, Vittorio De Sica ne trasse il film Matrimonio all’italiana, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, con il quale vinse cinque Nastri d’Argento e, a Hollywood, un Golden Globe e due nomination all’Oscar.
La trama del capolavoro teatrale è la seguente: Filumena Marturano per costringere il ricco convivente Don Mimì Soriano al matrimonio e a riconoscere i suoi tre figli, si finge morente, coinvolgendo nell’inganno anche un medico e il prete per celebrare il sacramento “in articulo mortis”. Don Mimì, credendola in fin di vita, la sposa ma, dopo la cerimonia, la donna riprende vita come per miracolo e si alza dal letto tutta pimpante, mandando su tutte le furie il neo-sposo, ormai – almeno per lui – inutilmente.
Si è sempre detto che la commedia – e poi i film – fossero ispirati alla vita reale di Eduardo e dei suoi fratelli Peppino e Titina, tutti e tre figli naturali del commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo. Scarpetta, tuttavia, non riconobbe mai i figli avuti dalla sua compagna, la quale, infatti, fu costretta ad attribuire a tutti e tre il suo cognome.
Nel raccogliere storie di vita della Olbia che fu, tuttavia, ho trovato che nel 1925, cioè più di vent’anni prima dell’uscita della commedia e quasi quaranta prima del film in questione, ci fu un caso molto simile a quello narrato da Eduardo De Filippo e che potrebbe averlo ispirato molto più delle sue vicende personali.
La vicenda l’ho appresa da Marco Sinigaglia di Latina, nipote diretto dei due protagonisti. La vera Filumena Marturano si chiamava Evelina Buselli e, pur essendo di condizione sociale molto povera, riuscì a far innamorare perdutamente Giovanni Maria Bardanzellu, uno degli uomini più ricchi dell’allora Terranova Pausania. Le terre di quest’ultimo, nella valle del fiume Enas, erano talmente vaste che, a cavallo, ci si impiegava una giornata intera per percorrerle tutte. Quando Evelina rimase incinta del primo figlio, tuttavia, a Giovanni Maria non passò nemmeno per l’anticamera del cervello di convolare a nozze con la sua compagna. Fatto sta che, nel giro di pochi anni, Evelina ebbe ben cinque figli dal ricco possidente il quale, però, non ne riconobbe nessuno. A questo punto, Evelina perse la pazienza. Ci ha detto Marco Sinigaglia: <<Un giorno mia nonna, ammalatasi di tifo, d’accordo col medico – che sapeva che sarebbe guarita – ed anche col prete don Stefano chiese a mio nonno di sposarla “come ultimo desiderio prima di morire”. Così avvenne, ma di lì a qualche giorno mia nonna riprese piano piano a migliorare e guarire>>. Sinché riprese la sua vita abituale ma, stavolta, come moglie a tutti gli effetti del ricco consorte.
Contrariamente al Don Mimì della commedia napoletana, Giovanni Maria Bardanzellu non si pentì mai del matrimonio anche se continuò a trattare sua moglie come un … moderno talebano, impedendole anche di uscire da casa se non accompagnata. Ma questo era il costume maschilista dell’epoca. Riconobbe, tuttavia, e dette il suo cognome a tutti e cinque i figli avuti prima del matrimonio e, successivamente, i due ebbero altri tre figli, per un totale di otto.
Eduardo De Filippo era a conoscenza di tale storia, oppure la sua realistica fantasia coincise quasi perfettamente con quanto avvenuto nella nostra città?
Ebbene… forse non lo sapremmo mai ma, da come si sono svolti i fatti e da quanto si vede sulla scena, la vera Filumena Marturano si chiamava Evelina Buselli ed era nata e vissuta ad Olbia.
.
.
.
.
.
.
.
[ti_audio media=”28488″ autoplay=”1″]