SEGNALAZIONI ED OPINIONI

I consigli utili di una nostra concittadina. “#iorestoacasa. Indossate le mascherine giuste, portandole correttamente”

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LA MADDALENA – Ci scrive la nostra concittadina Carla Curreli, (di professione infermiera professionale); fate attenzione ai buoni suggerimenti che rivolge a tutti:

“Premesso che da mesi non sono sui social, cerco di seguire quelle fonti attendibili di informazione, quali il bollettino della protezione civile e il tuo blog, nel quale è possibile guardare il quotidiano video comunicato del nostro Sindaco.

Per farla breve, mercoledì ho avuto la necessità di recarmi alle Poste e poi a fare la spesa. Esco pochissimo, solo per andare al lavoro, non mi pesano le restrizioni previste, perché negli ultimi mesi la mia vita sociale era ridotta ad un caffè al bar una volta alla settimana. Pesa sicuramente ai miei figli, alla femmina in particolare, in piena adolescenza, ma credo abbia capito quanto sia fondamentale non uscire di casa.

Tutto questo per dirti che in quelle due ore “di uscita” ho visto cose pazzesche riguardo i cosiddetti dispositivi di protezione individuali, alcuni dei quali “fai da te”  ormai in uso ormai da tutti i cittadini. Su 50 persone che avrò visto 50 non hanno la benché minima idea di come vadano usati: dalle mascherine ai guanti.

L’uso improprio ne fa un effetto boomerang, nonostante la maggior parte di noi abbia la possibilità di informarsi in rete. Era un continuo toccarsi la mascherina coi guanti “ormai contaminati”, dentro, fuori, sopra, sotto.

Capisco bene quanto sia fastidiosa indossarla per chi all’improvviso ne è stato costretto per sentirsi più protetto. Tralasciando ciò che sappiamo tutti e ciò che le uniche a garantire la protezione dal Covid-19 siano le ffp2 e le ffp3 e che tutte le altre hanno il solo scopo di limitare la fuoriuscita delle “droplets” (ossia le famose goccioline), vorrei che arrivasse a tutti il messaggio che una volta che indossiamo la mascherina dobbiamo dimenticarci di averla.

Non va assolutamente toccata nella parte anteriore, perché se non siamo stati a distanza di sicurezza da un potenziale contagiato e il virus dovesse poggiarsi sulla mascherina, ogni volta che la tocchiamo e poi tocchiamo altri oggetti, stiamo contaminando.

Mi fanno tenerezza, soprattutto gli anziani; un paio di persone mi hanno chiesto dove l’avessi trovata, un altro, che aveva due giri di sciarpa attorno al collo, mi ha detto che avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di averne una. Mi sono sentita un verme, in colpa, nonostante, ripeto, la mascherina classica non protegge dal virus ed io quella indossavo. Non trovandone su internet, come tanti, ce le stiamo “fabbricando a casa”.

Il mio umile invito, visto che il vostro blog è seguitissimo, è quello di condividere qualche link sull’uso dei dispositivi di protezione, in questo caso guanti e maschere.

(NDR. Per esempio:)

Ci sono tantissimi tutorial che spiegano come comportarsi, come toglierle e anche come riutilizzarle con una sorta di “sanificazione alcoolica”, anche se non so quanto possa essere efficace.

Mi spaventa questo picco massimo, che sembra non abbia fine. Qualcosa non sta funzionando.

Credo… la prima sia l’inosservanza dello stare a casa, perché soprattutto nelle zone rosse, così mi dicono da Milano, ci sono persone che non rinunciano all’attività fisica, beati loro che ne hanno voglia.

E anche qui a La Maddalena, sul non rispettare le restrizioni, ce la caviamo bene.

E la seconda causa, credo possano essere quei cittadini che confidando troppo su guanti e mascherine, sentendosi più protetti diventano imprudenti…

Lungi da me dal voler fare la saccente, ma forse per deformazione professionale qualcosina, mi è rimasta. 

A casa  abbiamo cambiato abitudini. E credo che anche gli altri debbano farlo! Nel dubbio che il virus possa avere un certo periodo di  sopravvivenza.

Non entrare a casa con le scarpe usate per uscire… individuare un posto tipo scarpiera per esterni per riporle… stessa cosa per gli abiti, nel dubbio possano essere potenzialmente contaminati, dicono non sia necessario lavarli quotidianamente, ma riporli sempre nello stesso posto, non vicini ad altri abiti puliti.  Anche le chiavi, corrispondenza… tutto ciò che portiamo dall’esterno, meglio che rimanga in altro ambiente che non sia quello dove trascorriamo la maggior parte della giornata.

Naturalmente la procedura di lavaggio delle mani, distanza di “almeno un metro” ecc… rimangono punti cardine per arginare le possibilità di  contagio.

La Cina, col suo oltre miliardo di abitanti, ha risolto l’epidemia in meno di 2 mesi. Forse già forgiati dalla SARS, forse già dall’inizio consapevoli che si trattava di un virus peggiore del precedente.

Se cosi fosse, è umanamente inconcepibile che il resto del mondo l’abbia saputo un mese dopo.

Non mi sento di condividere “l’andrà tutto bene”… perché sino ad oggi, purtroppo, così non è stato. Sarebbe andato bene come “slogan” – se non fossero morte tutte quelle persone. Se il potenziale pericolo non si fosse trasformato in un reale incubo.

Andrà tutto bene lo vedo come un augurio individuale rivolto ad personam. Perché viene male ignorare il numero dei decessi e dei contagi che salgono di giorno in giorno. A tanti, quindi è andata e andrà male.

Che Dio ci aiuti… tutti e al più presto…

Un caro saluto…

Carla Curreli

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