
Il caso Fabrizio Lai

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Non era una mazzetta ma soldi dovuti dal suo accusatore
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LA MADDALENA – Fabrizio Lai, l’ex sottufficiale della marina militare di La Maddalena finito in carcere nei giorni scorsi con l’accusa di estorsione in danno di un ristoratore di Cannigione, è stato rimesso in libertà dal GIP del Tribunale di Tempio Elisabetta Carta.
L’ex militare, sentito dal Giudice, ha respinto tutte le accusa mosse a suo carico dalla Procura di Tempio, spigando ogni particolare e citando anche testimoni a suo favore tra i quali, addirittura, anche militari e funzionari della stessa Guardia Costiera: «Non ho mai chiesto nulla al mio accusatore – ha spiegato Fabrizio Lai – anche perché non avevo alcun rapporto con lui, tranne il fatto che era un mio conoscente e che era lui che mi chiedeva le cose. I 400 euro che mi ha dato facendoli passare per una mazzetta, erano invece il pagamento per il saldo di 4 gomme per il suo fuoristrada che gli dovevo consegnare proprio la mattina dell’arresto; alle 400 euro che mi ha consegnato, peraltro, mancava la somma di 70 euro, quale pagamento di un’ancora che mi aveva chiesto sempre lui qualche tempo prima per abbellire il suo ristorante galleggiante. Nella busta, dunque, avrebbe dovuto mettere 470 euro e non 400. Al momento del fermo, infatti, i pneumatici erano nel bagagliaio della mia macchina… – Io sono una persona molto conosciuta e non mi sono mai spacciato per un militare della Guardia Costiera o per un pezzo grosso… così come sono stato meschinamente descritto. Mi sono sempre messo a disposizione di tutti e il fatto che sui giornali abbiamo anche fatto riferimento ingiustamente a mio figlio, ex vicesindaco di La Maddalena, mi ha fatto più male di ogni ALTRA cosa, perché è stata una vera e propria cattiveria di qualcuno che probabilmente vuole male me e la mia famiglia… e che forse non vedeva l’ora di procurarmi questo grosso danno».
Una difesa, quella di Fabrizio Lai, tutta documentata che ha reso possibile respingere ogni accusa a suo carico e che nel corso dell’interrogatorio di garanzia, alla presenza dei propri legali Guido Da Tome e Pietro Sanna, ha portato il GIP del Tribunale ad ordinare la sua scarcerazione immediata, trasformando l’accusa della “mazzetta ricevuta” in soldi dovuti allo stesso Frabrizio Lai dal suo accusatore.
«Una situazione paradossale e molto angosciante, (Kafkiana) – affermano i suoi legali – che sin dal momento del suo arresto ha implicato l’impossibilità di qualunque reazione da parte dello stesso Fabrizio Lai, sia dal punto di vista pratico quanto da quello psicologico . Ora, per poter serenamente affrontare tutta la vicenda sotto l’aspetto giuridico, verificheremo molto attentamente tutti i diversi passaggi dell’intero caso che, doverosamente, necessitano dei dovuti approfondimenti e chiarimenti. Sia nella fase dell’arresto che successivamente nelle perquisizioni – concludono i legali – non è stata mai sequestrata alcuna somma di danaro, tantomeno assegni o altri titoli di credito, contrariamente a quanto apparso sulla stampa in relazione al paventato ritrovamento di circa seimila euro a Fabrizio Lai».
Insomma: Un caso poco chiaro avvolto dal mistero… oppure un caso contornato da equivoci della sorte che hanno portato all’arresto di un normale cittadino… incappato male?
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